Andrea Agnelli, presidente della Juventus, scrive una lunga lettera in qualità di presidente dell’Eca, l’Associazione dei club europei. L’emergenza coronavirus, sottolinea il numero uno della Vecchia Signora, sta costringendo le società a fronteggiare una vera minaccia esistenziale, un nemico che “ha stravolto le nostre vite”. Il calcio è fermo e di conseguenza sono chiusi anche i rubinetti di una delle industrie più importanti dell’intero pianeta, sicuramente una delle prime in Italia. “Poiché il calcio è sospeso – continua Agnelli – lo sono anche i nostri flussi di ricavo da cui dipendiamo per pagare i giocatori, gli staff e altri costi operativi. Nessuno è immune, e il tempismo per noi è essenziale. Venire incontro alle nostre preoccupazioni sarà la più grande sfida che il nostro sport e la nostra industria abbia mai affrontato”.
A questo proposito, il numero uno dell’Eca ci tiene a sottolineare che in questa fase l’organismo “ha due chiari obiettivi: definire strategie realistiche per ricominciare a giocare a calcio a livello nazionale ed europeo, con la salute del pubblico e dei giocatori come principale preoccupazione; e definire dei sistemi per aiutare a gestire i bilanci dei club in questa fase di crisi sociale ed economica”. Dopo il rinvio dell’Europeo al 2020 e delle finali di Champions ed Europa League a data da destinarsi (si parla di possibile ultimo atto ad Istanbul a Ferragosto), in ambito Uefa si sta discutendo di un “nuovo possibile modello di calendario” con discussioni “molto attive su quello che sarà l’approccio delle licenze Uefa e il Fair play finanziario alla luce della crisi in atto”.
La Fifa, invece, sta lavorando soprattutto su contratti, calciomercato e trasferimenti, visto che molti contratti vanno in scadenza a giugno prossimo: “A livello Fifa il lavoro è incentrato sui giocatori, con considerazioni specifiche su come adattamenti al Regolamento sullo status e i trasferimenti dei calciatori possono essere realizzati visto l’impatto di queste circostanze straordinarie. Si stanno tenendo discussioni anche con Fifpro (il sindacato calciatori, ndr) ed European Leagues che cercano di incoraggiare i partner nazionali a discutere soluzioni che possano incontrare le realtà specifiche del territorio”.