La Superlega naufraga dopo meno di 48 ore: Florentino Perez è costretto ad ammettere che il progetto va ricalibrato, Andrea Agnelli non molla e parla di successo al 100%. “Siamo costretti a lavorare per rielaborare il progetto. Stiamo proponendo un nuovo campionato europeo perché l’attuale sistema non funziona”, ha dichiarato ieri sera il presidente del Real Madrid dopo la fuoriuscita delle squadre inglesi. Manchester City, Manchester United, Tottenham, Chelsea, Arsenal e Liverpool se ne sono andate, denuncia il Mundo Deportivo, dietro una promessa in termini monetari da parte dell’Uefa.
Nelle ultime ore, però, si è sfilata dal progetto anche l’Inter: raggiunta dall’Ansa, la dirigenza nerazzurra fa sapere che “il progetto allo stato attuale non è più ritenuto di interesse”. Secondo The Athletic, la prossima società a lasciare sarà il Milan e quindi in Superlega non rimarrebbero che 4 società: Juventus, Real, Atletico Madrid e Barcellona. Andrea Agnelli, intanto, aveva rilasciato alcune dichiarazioni a La Repubblica e Il Corriere dello Sport, che per la maggior parte risultano ormai obsolete.
“Fra i nostri club c’è un patto di sangue, andiamo avanti. Sì, ha il 100% di successo – Vogliamo creare la competizione più bella al mondo capace di portare benefici all’intera piramide del calcio, aumentando la distribuzione delle risorse agli altri club rimanendo aperta con cinque posti disponibili ogni anno per gli altri da definire attraverso il dialogo con le istituzioni del calcio. Minaccia mortale per i campionati? Nessuna minaccia. C’è la piena volontà di continuare a partecipare a campionato e coppe nazionali. L’Uefa ci considera illegali? Ciò che stiamo facendo è perfettamente legale. Stiamo esercitando una libertà prevista dal Trattato dell’Ue. E questo è molto importante”, dice a La Repubblica.
Tralasciando le parole su formula e altro, visto che ormai la maggior parte dei club si sono sfilati, è interessante la parte dell’intervista in cui Agnelli replica alle accuse personali di Ceferin: “Traditore? Che per quasi dieci anni ho lavorato nelle istituzioni sportive internazionali che detengono il controllo delle competizioni, con un monopolio di fatto, senza sostenere alcun rischio economico. Perché i rischi ricadono solo sui club. Non sono riuscito a fargli capire quanto è alto il rischio economico per i club che generano valore per tutti gli stakeholder del calcio. O forse non hanno mai voluto capirlo. Dunque bisognava cambiare le cose. Cercheremo un accordo con Uefa e Fifa. Ceferin e il telefono spento? Sono dettagli di vita personale che si commentano da soli”.
A proposito della Juventus, invece, ieri sono circolate voci possibile addio di Agnelli, che il diretto interessato smentisce seccamente: “Sono saldo alla Juve? Chi afferma il contrario mi porta bene. Pentito di aver preso Ronaldo? Mai. Se tornassi indietro, lo rifarei sempre. E di Pirlo? Neanche”.