Andrea Agnelli ha aperto la conferenza stampa di addio per Fabio Paratici trattando alcuni temi generali relativi al mondo Juventus. “Ci tengo a ringraziare Andrea Pirlo – esordisce il numero uno del club bianconero – il suo staff, Baronio, Gagliardi, Tudor, Bertelli. Perché se devo fare un’analisi della stagione, come spesso ho letto in questi mesi di fallimento Juve, io devo dire che in 10 anni se il fallimento significa due trofei e l’accesso in Champions, se l’anno che sbagliamo succede questo diciamo che non vogliamo sbagliare, ma siamo disponibili a sbagliare un anno ogni tanto. Lo reputo positivo, è stato un anno complesso, difficile”.
Il nuovo corso riprende da Massimiliano Allegri e a proposito del tecnico livornese, il presidente della Juventus sottolinea: “È la prima volta che mi trovo davanti a voi a parlare del ritorno di Max Allegri: in questi due giorni ho visto la determinazione, la grinta di ributtarsi in questa avventura in lungo periodo. Siamo tutti quanti felici – prosegue – Ci sono state tante speculazioni sull’area sportiva: quando sarà completata, ci rivedremo in una nuova conferenza. Ora vedo grande determinazione in Cherubini, ma è un dote che abbiamo già conosciuto”.
Non poteva mancare un accenno alla Superlega: Agnelli non fa fatica a sottolineare l’atteggiamento verbalmente violento da parte del presidente Aleksander Ceferin. “Toccherei anche il discorso delle competizioni… Io – attacca il numero uno della Juve – ho cercato per anni di cambiarle dall’interno anche perché i segnali di crisi erano già evidenti già prima del Covid. Quella Eca-Uefa del 2019 era un’ottima proposta già, e fu sostenuto da club di Subdivision 2, 3 e 4. La Superlega non è mai stato un colpo di stato, ma un grido d’allarme. La condizione principale che questo progetto portava è che da subito i club han cercato collaborazione con l’Uefa, trovando opposizione da parte di essa con parole offensive. Queste dichiarazioni arroganti hanno esercitato indebite pressioni in alcuni. Conoscendo l’Uefa, so che non tutti la pensano così. Inoltre, queste dichiarazioni, oltre che diffuse con metodi arroganti ed esercitando pressioni, alcuni colleghi mi hanno riferito di avere paura, sono state diffuse in totale spregio di provvedimento del Tribunale di Madrid e oggi in pendenza di un giudizio presso la Corte di Giustizia Europea. Il desiderio di dialogo con Uefa e Fifa è immutato. Gli stakeholder del calcio affermano che questo modello va cambiato: Juventus, Real Madrid e Barcellona sono determinate a raggiungere una riforma delle competizioni. Il sistema si concentra in un monopolio e sia il potere esecutivo e sia il potere legislativo e giudiziario del calcio europeo e che riserva all’Uefa l’organizzazione esclusiva e commercializzazione delle competizioni con la responsabilità esercitata in modo quasi arbitrario e di determinare le regole attraverso un sistema di licenze e ormai inefficiente”.