“In quel periodo nel suo lavoro Moggi era il più bravo di tutti, come lo fu Allodi in passato. Mentre Giraudo per me è stato un punto di riferimento, come un padre, e come tale c’erano affetti e conflittualità“.
\r\nPoi si torna a parlare del presente, che narra di una Juve in testa alla classifica e con la possibilità di allungare sul Milan:\r\n
“Chi ha cambiato alcuni dei nostri equilibri nell’ultimo anno è stato Barzagli. Del Neri aveva un compito difficilissimo, era l’inizio del rinnovamento; Conte invece lo conosco da 20 anni, è stata una scelta quasi naturale. Dieci anni fa i grandi club avevano gli stessi fatturati dei grandi club europei, oggi per colmare il gap tra noi e loro servirebbe un lasso di tempo tra i 5 e gli 8 anni. Nel nostro calcio ci sono tre cose vecchie: gli stadi, i diritti televisivi e la protezione dei marchi. Occorrono riforme. Sulla politica sportiva il Milan resta il nostro migliore alleato, sul campo il rivale più temibile. Ho chiesto alla Ferrari i contratti dei piloti di Formula 1 per applicarli al calcio. Un ritorno a Maranello? Sto bene dove sto. Il derby mi piace, ma vorrei un Torino forte che desse a quella sfida un’importanza di classifica ben al di là della rivalità cittadina. Il campione bianconero che preferisco? Montero, le figure ideali Torricelli e Nedved. Di chi sento la mancanza? Di mio fratello Giovanni“.
\r\nChi sono gli uomini Juve? Nessun dubbio… Boniperti e Del Piero che “rappresentano al cento per cento il dna Juve“.