Agnelli: “Barzagli l’uomo della svolta. Moggi? Il più bravo di tutti”
Si torna a parlare tanto di scudetto 2006 nelle ultime ore e non poteva non tornarci su proprio il Presidente della Juventus, Andrea Agnelli, colui il quale ha fatto di questa battaglia quasi una questione di vita o di morte (della giustizia): “E’ una questione di giustizia, cercheremo di portare avanti le nostre convinzioni in ogni sede“, spiega il numero uno della Signora nell’intervista rilasciata a ‘Studio sport XXL’ su Italia 1. “Togliere qualcosa a Inter e Milan come scherzo di Carnevale? Ai nerazzurri non leverei niente perché lo scudetto del 2006 era già nostro, al Milan la Champions del 2003. Lo scudetto del 2006 è una questione di giustizia, sono emersi fatti nuovi che hanno profondamente modificato quelli di 6 anni fa e perciò cercheremo di portare avanti le nostre convinzioni in ogni\r\nsede possibile“.\r\n\r\n
“In quel periodo nel suo lavoro Moggi era il più bravo di tutti, come lo fu Allodi in passato. Mentre Giraudo per me è stato un punto di riferimento, come un padre, e come tale c’erano affetti e conflittualità“.
\r\nPoi si torna a parlare del presente, che narra di una Juve in testa alla classifica e con la possibilità di allungare sul Milan:\r\n
“Chi ha cambiato alcuni dei nostri equilibri nell’ultimo anno è stato Barzagli. Del Neri aveva un compito difficilissimo, era l’inizio del rinnovamento; Conte invece lo conosco da 20 anni, è stata una scelta quasi naturale. Dieci anni fa i grandi club avevano gli stessi fatturati dei grandi club europei, oggi per colmare il gap tra noi e loro servirebbe un lasso di tempo tra i 5 e gli 8 anni. Nel nostro calcio ci sono tre cose vecchie: gli stadi, i diritti televisivi e la protezione dei marchi. Occorrono riforme. Sulla politica sportiva il Milan resta il nostro migliore alleato, sul campo il rivale più temibile. Ho chiesto alla Ferrari i contratti dei piloti di Formula 1 per applicarli al calcio. Un ritorno a Maranello? Sto bene dove sto. Il derby mi piace, ma vorrei un Torino forte che desse a quella sfida un’importanza di classifica ben al di là della rivalità cittadina. Il campione bianconero che preferisco? Montero, le figure ideali Torricelli e Nedved. Di chi sento la mancanza? Di mio fratello Giovanni“.
\r\nChi sono gli uomini Juve? Nessun dubbio… Boniperti e Del Piero che “rappresentano al cento per cento il dna Juve“.