Andrea Agnelli ha parlato a oggi in occasione di un evento organizzato da Il Foglio a San Siro (Milano). È stata l’occasione, per il presidente della Juventus, per trattare alcuni temi dell’attualità calcistica, a partire dalla “guerra” con l’UEFA per la questione Superlega, ma non solo: “Abbiamo l’Uefa che funge da regolatore, sia come legislatore e giudice, da operatore commerciale monopolista e funge da game keeper per le competizioni – ha spiegato il numero uno bianconero – Non è una governance moderna. È questo il punto saliente del ricorso presso la Corte di Giustizia Europea che va a toccare principio fondamentale dell’Unione Europea, cioè la libera concorrenza nel libero mercato. Il fatto che ci sia bisogno di determinate funzioni è evidente, ma non possono essere accentrate in unico organo. Con calma e serenità attenderemo il giudizio della Corte di Giustizia Europea. Ceferin? I dialoghi sono interrotti, ma quello che è stato il rapporto e l’affinità su tutta una serie di temi, dal mio punto di vista, rimane. Lui ha interpretato questo come un attacco personale, ma non lo è. Sono sicuro il tempo sarà galantuomo. Nuova formula della Champions? Io parlo di governance – insiste – Del format si può discutere, è la governance che va rivista. L’altro ieri partita straordinaria tra Manchester city e Real Madrid. ieri ha prevalso il Lverpool con un un grande gioco offensivo. Se guardi ai prossimi cicli, ai risultati ottenuti e dall’altra alle stime che ci sono state date, abbiamo la Premier League che viaggia intorno ai 4,2 miliardi l’anno. La Uefa stessa ha dichiarato che dal prossimo ciclo della Champions si aspetta 5,2 miliardi. Abbiamo due competizioni che generanno 28 miliardi nei cicli di riferimenti. Questo lascia intendere quanto spazio rimane a Italia, Germania, Francia e ai paesi che non riescono competere. La Premier League che viaggia a 4,2 miliardi l’anno vuol dire che attirerà tutto il talento pian piano, perché il talento va dove è remunerato nel migliore modo. Una Superlega l’abbiamo già di fatti. Ora rischiamo di avere due squadre inglesi in finale di Champions e forse una in Europa League. Avremo una Premier League tutto l’anno e una Premier League da marzo-aprile in avanti. Questo deve far riflettere. È una polarizzazione verticale che esiste già. C’è anche una polarizzazione orizzontale con il numero di vincitori ricorrenti nei vari campionati: Psg, Bayern, Ajax, Legia Varsavia che vincono anno dopo anno. Abbiamo immobilizzato il calcio con il sistema di governance attuale”.
A proposito della Juventus e della stagione che volge al termine, Agnelli sottolinea l’importanza di vincere la Coppa Italia: “Ogni trofeo conta, credo che il più importante di tutti sia il campionato perché fotografa il più forte della stagione. La Champions ha più appeal – conferma – ma ogni titolo conta. Rimpianti? Chi non vince porta rimpianti: ci sono stati momenti negativi, ciò che fa effetto è che Juventus-Inter ha portato a giudizi diametralmente opposti sulle due stagioni. Scudetto? Due punti e quattro partite, può succedere di tutto. Io spero sempre in un suicidio collettivo e che noi vinciamo quattro partite…”.
A proposito del nuovo corso, Agnelli si dice sereno della sua posizione e dello staff che ha scelto per il futuro prossimo: “Sono sereno, so quello che stiamo facendo e mi sto divertendo, è la cosa fondamentale. Arrivabene? È un amministratore delegato di alto livello e ideale. Allegri? È un progetto di lungo periodo, sapevamo che quest’anno sarebbe stato difficile e avere rimpianti per la mancata vittoria finale è di buon auspicio per il futuro. Del Piero? È sempre benvenuto in Juventus, ma ha una sua vita. Entrare in società significa cambiare stile di vita e in questo momento Alex è molto concentrato su quello che sta facendo e mi sembra sia felice. Ci vuole cautela a inserire troppe figure dal campo, ci vogliono, ma con attenzione. Marotta? È una persona che manca perché gli voglio bene. In quel momento sono state prese decisioni e su di lui sono state fatte riflessioni che all’inizio lo attiravano e poi non più. La società aveva preso altre decisioni. È venuto all’Inter e ha fatto molto bene. Ritrovarmi oggi con lui, Zhang con cui mi trovo molto bene e un mio ex compagno di università, gli voglio anche abbastanza bene all’Inter, che è particolare…”.
Inevitabile parlare di mercato, con l’addio di Dybala che ancora tiene banco in casa bianconera: “È un grande giocatore – dice il presidente Agnelli – le decisioni sono figlie di momenti. A dicembre se mi aveste chiesto di Vlahovic alla Juventus vi avrei detto che era impossibile… Le risorse sono limitate e si deve scegliere come investirle. In questa visione abbiamo Vlahovic, De Ligt, Locatelli e Chiesa. Fare un’offerta a Paulo non consona al suo livello non sarebbe stato giusto anche per lui che a 29-30 anni deve trovare l’ultimo passaggio. Chiellini? Chiellini ha il posto in società da qualche anno…”.