Adidas premia Del piero con scarpa commemorativa: c’eravamo anche noi
Presentare il suo nuovo modello di scarpa e festeggiare i 300 gol da professionista di uno dei suoi storici testimonial sono stati motivi più che validi per l’Adidas, per l’organizzazione di un incontro presso i locali di Cisalfa a Moncalieri; grandi protagonisti dell’incontro – ça va sans dire- Alessandro Del Piero e la scarpetta Adipure. Curiosamente entrambi condividono le iniziani ADP.
Rigoroso maglione Adidas, look fresco e viso sorridente. Dopo un po’ di attesa, si è presentato il numero 10 bianconero davanti a un nutrito gruppo di invitati, per lo più rappresentanti di blog e community e tifosi bianconeri del Web senza i classici giornalisti (forse proprio per questo il capitano riusciva a sorridere…).
Incaricato di presentare e moderare l’evento Pippo Lorusso, che ha voluto trasmettere un mood celebrativo e scherzoso insistendo sulla battuta “un campione con una carriera che avrebbe fatto andare giù di testa i creatori di Holly e Benji”, però Del Piero sa rendersi protagonista anche davanti ai microfoni esordendo con un “non toccarmi Holly e Benji che sono la mia infanzia!” spiazzando subito Lorusso che ha poi provato a rifarsi con un “ma ti rivedevi più in Holly o in Benji?”. Del Piero ha risposto secco “In Holly, chiaro”, Lorusso ancora dubitante provava ancora a rifarsi ma il capitano ribatteva “Ma scusa, Benji era portiere!”.
Dopo le risate collettive, si è passato a quello che ci aveva portati tutti lì: la presentazione delle nuove Adipure e il riconoscimento a Del Piero per i suoi 300 gol da professionista. Tommaso Saronno, product manager calcio di Adidas Italia, ha iniziato, giustamente, ricordando il lungo matrimonio dell’azienda delle tre righe con il campione del mondo. “È curioso, ma io sono con Adidas ancora prima di arrivare alla Juventus. Sono ormai 19 anni”, raccontava lo stesso Del Piero, e mentre ricordati i quasi due decenni insieme, scorrevano delle slide con immagini significative e alcuni dati sul campione: anagrafica, squadre per le quali ha giocato (“Purtroppo non abbiamo trovato il logo del San Vendemiano”, si scusavano gli organizzatori; “eh male, male” scherzava lui con la faccia seria) e poi il palmarés sul quale non poteva mancare l’ormai consueto “incidente diplomatico”. L’immagine riportava 6 scudetti (cinque più quello revocato) e subito dal fondo della sala qualcuno ha subito corretto “Sono sette!”. Lo stesso Del Piero sentenziava “Sette sono e sette rimangono”.
Passando alla presentazione della nuova Adipure, mentre Saronno raccontava un po’ la storia della scarpa e i dettagli tecnici, Alex spiegava alcune delle sue manie paragonando un po’ quelle di una volta a queste moderne caratterizzate da un peso che le fa praticamente impercettibile. Ha voluto intervenire Lorusso per chiedere Del Piero se era vero quel mito della linguetta lunga che aiuta a colpire meglio il pallone: “La qualità non dipende dalla caratteristica della scarpa, che ti può farti sentire a tuo agio o meno mentre giochi”. E’ toccato a Lara Nozza, Responsabile Marketing Comunicazione di Cisalfa Sport, consegnare a Del Piero una scarpa – rigorosamente destra – con scritto ALE 300 e così il capitano si è concesso alle foto di rito posando con l’ennesimo riconoscimento per un campione che sebbene sia ancora in attività ha già numeri da leggenda. “Tutti i giocatori diranno sempre che ricordano tutti i propri gol ed è vero”, raccontava Ale che su richiesta di Lorusso ha raccontato due dei suoi gol simbolo: Tokyo contro il River Plate nel 96 e quello di Dortmund contro la Germania 10 anni dopo. “Ho tirato sempre in quell’angolino lì”, diceva con uno sguardo di complicità tra sé e sé ricordando due magie di straordinaria fattura che in comune hanno il fatto di essere finite nel sette del secondo palo. Poi, sui suoi gol più belli con la maglia bianconera ha ammesso di essere legato particolarmente a quello contro la Fiorentina del 4 dicembre 1994 e quello contro il Piacenza nel 2003 subito dopo la scomparsa dell’Avvocato Agnelli.
Dopo il protocollo, è arrivato il turno dei presenti di porre le proprie domande e curiosità. Il silenzio stampa imposto dalla Juventus e la nutrita presenza di tifosi (bloggher, rappresentanti di comunity e siti bianconeri sul web) ha fatto sì che il punto principale fossero le domande sulla persona: dal suo rapporto con Agnelli, il suo gol preferito, il suo rapporto con il web a “quando hai capito di essere diventato una bandiera della Juventus?”. A quest’ultima Del Piero ha fatto un po’ fatica a rispondere: “Sinceramente è una domanda che non mi ero mai posto, quindi complimenti. Essere importante è una responsabilità che ti senti addosso; senti di avere degli obblighi in più con la maglia, i tuoi compagni e i tifosi”. Con la sala piena di palloni ufficiali per i mondiali sudafricani, noi abbiamo voluto chiedergli sulla sua assenza in nazionale (a meno di eventuali colpi di scena) e la sensazione di arrendersi all’idea di guardare i mondiali dalla Tv quest’anno: “So che tutto quello che può accadere, voglio che dipenda dal presente ed è giusto che sia così. Per me il presente in questo momento significa la prossima partita e le prossime partite con la Juventus. Poi quello che saranno le decisioni dell’allenatore le prenderà in base a quelle che sono le sue scelte, le sue idee. Però le mie energie sono focalizzate in questo momento sul campionato con la Juventus”.
In quei minuti teneva l’udienza di Napoli e sebbene sarebbe stato interessante sentire l’opinione di Del Piero in merito ad un processo che più passa il tempo e più si scoprono dettagli assurdi (leggi la procura non ha mai avuto le telefonate che hanno mandato in B la Juventus), l’unico che voleva azzardare una domanda si è alzato fuori tempo massimo… Ma quello è un altro film di cui tutti i giorni si cambia la sceneggiatura. Tanto vale aspettare.
Di Alessandra Roversi per Juvemania.it e Uccellinodidelpiero.com