Molti lo sussurrano, altri fanno finta di non saperlo, ma la scelta del nuovo allenatore della Juventus è fortemente condizionata dalla presenza in rosa di un giocatore, quel Diego Ribas da Cunha che quest’anno si è tentato di far giocare bene, senza risultati, in molteplici ruoli e in altrettanti schemi tattici. Il brasiliano nelle intenzioni di chi lo ha voluto, doveva essere il punto fermo della Juve, invece rischia di passare alla storia come il nuovo Zavarov.\r\nPer questo motivo sta prendendo corpo nella nuova Juventus l’ipotesi di una cessione del paulista, acquirenti permettendo. D’altronde è comprensibile che la nuova dirigenza abbia un diverso approccio nei confronti di Diego, potendo scansare senza problemi un altro termine: responsabilità. I 24,5 milioni (più abbondanti prebende) sborsati per portarlo a Torino sono a carica della vecchia gestione. Per la maggior parte dei tifosi della Vecchia Signora Diego meriterebbe una prova d’appello, ma a suo sfavore gioca l’atipicità. Il giocatore difficilmente si adatta ad altri ruoli che non siano il trequartista (a differenza, ad esempio, dell’interista Snejder). Questa è la vera zavorra che grava su Diego: per indole e caratteristiche non sarà mai una seconda punta, né un esterno d’attacco. Si potrebbe provare ad arretrarlo come vertice basso del centrocampo, alla Pirlo tanto per intenderci, ma la Juventus ha ancora a disposizione tempo per fare esperimenti?\r\nDunque Diego rischia seriamente il secondo taglio in poche settimane: dopo essere stato lasciato fuori da Carlos Dunga dai 23 che porterà in Sud Africa, il numero 28 rischia di ricevere altre brutte notizie da Corso Galileo Ferraris. Soprattutto se alla fine il tecnico dovesse essere Gigi Del Neri, in quel caso il passaggio al 4- 4-2 sarebbe garantito e a Diego verrebbe chiesto di defilarsi molto, all’esterno, anzi proprio in panchina.\r\n\r\n(Credits: Tuttosport)