Bernardeschi: “Sto crescendo, anche grazie alla panchina”
Federico Bernardeschi, attaccante della Juventus, parla dal ritiro della nazionale italiana: “Rigore contro la Fiorentina? Certo che lo tirerei”
Federico Bernardeschi è stato il protagonista del giorno a Coverciano: il centravanti della Juventus ha parlato in conferenza stampa, spaziando tra nazionale e avventura in bianconero. Pagato 40 milioni più bonus dalla Vecchia Signora, l’ex viola ha iniziato la stagione facendo tanta panchina, ma contro l’Atalanta è arrivata la prima presenza da titolare e il primo gol.
“Fino ad ora ho giocato poco – ammette Bernardeschi – , ma non sono preoccupato. Alla Juventus funziona così per tutti i giovani, c’è una sorta di apprendistato da fare. Anche Dybala ha passato questo periodo, e poi imparo molto anche dalla panchina”.
Ragazzo serio e umile, il fantasista carrarese non teme di perdere il Mondiale e spiega cosa significhi essersi inserito in un gruppo vincente e con una mentalità da top club mondiale.
“Non è un dramma restare in panchina alla Juventus – continua – , hanno vinto sei Scudetti di fila e partecipato a due finali di Champions League negli ultimi tre anni. E non ho paura nemmeno di perdere il Mondiale, Ventura ha dimostrato di credere in me e serve solo non deluderlo quando vengo chiamato in causa”.
Bernardeschi e le minacce social
Da quando si è trasferito alla Juventus, il rancore dei suoi vecchi tifosi si è moltiplicato e di frequente Bernardeschi subisce anche attacchi pesanti tramite i propri canali social. Nonostante tutto, il ragazzo guarda avanti e spiega il perché della sua scelta.
“La mia è stata una scelta professionale. Sono e sarò sempre riconoscente alla Fiorentina, che mi ha cresciuto, perché se sono qui adesso è anche merito della Viola. Se dovessi tirare un rigore contro di loro? Certo che lo tirerei. Accetto le critiche dei tifosi ma non ne posso più delle minacce sui social network, hanno preso di mira anche mia sorella e sua figlia”.
Infine, una battuta sugli obiettivi che si è posto sia a livello personali, sia di club che di nazionale.
“Mi sono posto dei traguardi. Intanto devo dimostrare di saper essere un titolare della Juventus, poi potrò puntare alla Nazionale. Per adesso il titolare è Candreva, ma spero di diventare un punto di riferimento anche dopo Russia 2018. Nell’Italia c’è voglia di rivincita”, conclude Bernardeschi.