Agnelli e i 7 anni di presidenza: “Ricordiamoci cosa eravamo nel 2010”
Andrea Agnelli festeggia oggi i 7 anni di presidenza alla Juventus: la risposta indiretta al tenico del Napoli Maurizio Sarri sul fatturato
Andrea Agnelli festeggia i 7 anni di presidenza e lo fa allo Juventus Stadium in occasione della quarta edizione del “J1897 Member’s Day”, l’evento che ogni anno raduna i tifosi bianconeri “fidelizzati”. Dopo la conquista della terza coppa Italia di fila, il numero uno del club torinese può essere ancora più soddisfatto: del resto, quando sette anni fa assunse il nuovo incarico, il suo motto fu proprio quello di tornare a “vincere”, il più possibile.
“Il 19 maggio 2010 l’obiettivo era vincere – le parole di Agnelli riportate da La Stampa – e mi hanno fatto notare quante volte ho utilizzato quella parola nel discorso di inaugurazione. Vincere nello sport è fantastico, perché ogni anno riporta tutto a zero. Per me, quello che è importante, è che il primo luglio chiunque lavori nella Juventus deve pensare di poter vincere tutto. La Juventus esiste per vincere”.
Agnelli e il fatturato
Oggi il tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, ha parlato ancora una volta della questione fatturato. Agnelli evidenzia gli ottimi risultati ottenuti da questo punto di vista, ma poi sottolinea come il fatturato non sia tutto nel calcio e nello sport in generale.
“Gli introiti sono raddoppiati e ora il prodotto è molto più accessibile ai tifosi Juve di tutto il globo: lo store Adidas che vende più prodotti Juve è quello di Parigi. Ricordiamoci cosa era la Juve nel 2010 – prosegue – e che fatturato aveva rispetto a chi oggi accusa di avere un fatturato troppo alto: il fatturato aumenta ed è un obiettivo che una società si deve porre. Oggi lo scenario è cambiato, con le proprietà cinesi di Milan e Inter, o la presenza di grandi imprenditori che conosco personalmente come Pallotta o Saputo”.
Ora, anche alle altre toccherà fare la loro parte in Europa per “un salto di qualità sugli obiettivi generali, un enorme risultato si è ottenuto con le quattro squadre italiane fisse in Champions League. Ora toccherà alle squadre continuare a crescere: visto che l’esposizione internazionale del campionato italiano è deficitaria, la strada passa dal far bene in Europa”, conclude Andrea Agnelli.