camoranesiFallita, almeno fin qui, la riconversione da formidabile guastatore laterale a centrocampista di lotta e di governo, Mauro German Camoranesi è finito in bilico nella Juve, dove esserne stato una delle presenze di serie per otto stagioni. Ferrara l’ha a lungo sperimentato nel nuovo centrocampo a tre imposto dal rombo, poi allineato tra i fantasisti del 4-2-3-1, e alla fine, è arrivato a una considerazione: insieme a tre giocatori offensivi, cioè Diego e due punte, l’italo-argentino non può starci. Almeno adesso, che la squadra non ha ancora equilibrio e automatismi, esclusi ovviamente rimpasti in corso di partita. Da titolare a oggetto di «scelte dolorose», per dirla con le parole del tecnico.\r\nL’esito delle scelte l’ha mostrato Ciro allestendo la formazione per il grande scontro con l’Inter: linea di mezzo corazzata, con Sissoko, Felipe Melo e Marchisio, poi Diego alle spalle di un paio di punte. E Camoranesi a sedere. Così sarebbe filata pure martedì contro il Bayern Monaco, non fosse stato per l’infortunio muscolare che ha bloccato Momo. Il piano strategico era il medesimo: centrocampo robusto per sostenere il trequartista brasiliano e due attaccanti. Camoranesi, probabilmente, rientrerà sabato sera a Bari, per problemi tecnici altrui: Felipe Melo è squalificato, mentre Sissoko tornerà solo con il nuovo anno. Allora, nella linea si aprirebbe di nuovo spazio per l’ala azzurra.\r\nIl dubbio tattico resta e, si presume, pure nella testa di Ferrara, altrimenti non si capirebbe la ratio dell’esclusione contro l’Inter. Al di là della condizione e dell’ispirazione dei singoli giocatori, umanamente esposti ad alti e bassi, è una questione di mestiere: Camoranesi, che per talento e giocate forse è il più dotato della Juve, semplicemente non è un mediano. In estate garantì che non c’erano problemi, perché quel ruolo in un centrocampo a tre, prima di arrivare in Italia, era sempre stato il suo: solo che qui è atterrato nel 2000, a 24 anni. Altre gambe, per esempio. E, in ogni caso, cammin facendo s’è specializzato da fenomenale ala, nella Juve e in Nazionale. Per questo s’annuncia una gestione più complicata del passato e un utilizzo più da vice-Diego, o da fantasista nel 4-2-3-1. Sissoko a parte, per la missione, e gli equilibri della squadra, pare più specializzata gente come Poulsen e Tiago, che a tre ha giocato una carriera. Anche se hanno quintali di classe in meno del collega.\r\n\r\nCredits: La Stampa\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it