Euro 2016: l’Italia si candida… senza stadi
Bologna abbandona gli Europei 2016, Genova è a rischio. A Verona il Comune sta offrendo lo stadio Bentegodi a club di calcio, il Chievo e l’Hellas, che viaggiano tra i 10 e i 15 mila presenti ogni domenica. Soffre la preparazione del dossier della Federcalcio per la candidatura italiana ai campionati europei del 2016. I vecchi stadi italiani in gran parte non vanno bene e non si trovano accordi per costruirne di nuovi. A metà febbraio tutto dovrà essere nero su bianco e passato alla Uefa, ma i tempi stretti, strettissimi, stanno mettendo in collisione le necessità delle amministrazioni comunali (proprietarie attuali degli impianti) e le società di calcio (che chiedono ampie aree per costruirne altri).\r\n\r\nBOLOGNA SI TIRA INDIETRO – Ieri, nel primo pomeriggio, si è appreso che l’incontro al Comune di Bologna tra il sindaco Flavio Delbono, la presidente della Provincia Beatrice Draghetti, la famiglia Menarini che presiede il Bologna calcio e la federazione non ha prodotto risultati. Il comunicato prodotto (congiunto) è pesante. Dice: “La scadenza ravvicinata imposta dalla Figc non consente oggi a Comune e Provincia di individuare un ambito idoneo dove collocare il progetto in conformità all’interesse pubblico e agli standard richiesti dalla Uefa”. Il progetto urbanistico presentato dalla società Aktiva dei Menarini violerebbe le regole urbanistiche dell’amministrazione.\r\n\r\nGENOVA A RISCHIO – A Genova la situazione è ugualmente critica. La Federcalcio negli scorsi giorni ha definito il “Luigi Ferraris” inidoneo non solo per un eventuale campionato europeo, ma anche per le competizioni internazionali. Il Comune ha offerto un’area nel Ponente deindustrializzato della città: l’ex Colisa di Campi. Enrico Preziosi, pressato dalla sua tifoseria, ha passato la mano: il Genoa resta al vecchio Ferraris. Il presidente della Sampdoria Enrico Garrone, a cui l’ente aeroportuale aveva bocciato un primo progetto a Sestri Ponente, ha affidato ai suoi tecnici una ricognizione dell’area che, a oggi, “è stata realizzata al sessanta per cento”.\r\n\r\nL’ENIGMA ROMA – In ritardo di un anno e mezzo sulle promesse elettorali (“daremo due stadi nuovi alla Roma e alla Lazio”), il sindaco di Roma Gianni Alemanno mostra insofferenza. E dice: “Senza gli stadi di Roma e Lazio non possiamo competere per gli Europei di calcio”. In realtà, la candidatura europea di Roma è basata semplicemente sul vecchio stadio Olimpico. I progetti della famiglia Sensi e di Lotito non hanno nulla a che fare con il “dossier 2016”. Dossier che, uno stadio cancellato dopo l’altro, fatica a prendere corpo.\r\n(Credits: Calciomercato.com)