L’analisi tattica di Fiorentina – Juventus 25 settembre 2012
(Di Francesco Iannello) Abulica, lunatica, quasi evanescente. Con questi tre aggettivi si può sintetizzare la partita che la Juve ieri ha giocato a Firenze. Diciamolo subito: di fronte i bianconeri hanno contrastato una Fiorentina sontuosa, a tratti straripante. E dunque, molti meriti alla banda di Montella se la Juve ha palesato notevoli difficoltà ieri sera sul terreno di gioco del “Franchi”.\r\n\r\nParadossalmente si è compreso da un piccolo particolare fin dall’inizio che tipo di partita avesse preparato Vincenzino Montella. E lo si capisce dallo schierare il giovane brasiliano Romulo in luogo del superfavorito della vigilia Migliaccio. Romulo è molto bravo nell’attaccare lo spazio, attacca e difende e così ha fatto anche se ha peccato visibilmente in lucidità in alcuni frangenti. La Fiorentina il match lo ha stravinto in mezzo al campo dove Carrera ha rinunciato a Marchisio per Giaccherini, ma dove nella zona nevralgissima del campo stazionava un certo Pirlo, peraltro scevro da marcature asfissianti. Quello della Fiorentina è stato un pressing a tutto campo con una squadra corta e compatta. D’altra parte la Juve non ha giocato come di consueto su ritmi elevati e ha tirato la carretta per tutti i 90′ dando sempre l’impressione di rincorrere e rinculare dietro al pallone.\r\n\r\nI duelli individuali: tutti vinti dai giocatori viola tranne uno. Partiamo da Cuadrado-Asamoah. Il colombiano ha mostrato tanta corsa e classe, ma più volte è sembrato fumoso. Colpa di un Asamoah che non lo ha mai mollato di un centimetro? Merito però decisivo di Cuadrado nel tenere a bada il centrocampista ghanese mai propositivo in fase di impostazione proprio per merito del colombiano\r\n\r\nUna difesa granitica: forza fisica, piedi buoni, centimetri e senso tattico. Tutte qualità messe in mostra dal trio Roncaglia-Rodriguez-Tomovic. I due argentini ormai sembrano giocare a memoria e anche il serbo sta facendo vedere buone cose. Il successo di una prestazione perfetta parte proprio dalla retroguardia. Difensori bravi con i piedi ed abili a far ripartire l’azione.\r\n\r\nCentrocampo stellare: che il reparto nevralgico della Juve fosse tra i più forti d’Europa era un dato ormai consolidato da tempo. Ieri anche un guerriero come Vidal ha dovuto barcamenarsi di fronte alla prestazione maiuscola di Borja Valero. Pallone incollato ai piedi, non sbaglia mai un passaggio, corsa, rapidità e cervello. Così come Pizarro che ha stravinto il duello a distanza con Pirlo. Il cileno sta bene fisicamente, caracolla con la palla ai piedi e rubargliela diventa un’impresa.\r\n\r\nLichsteiner-Pasqual: il fluidificante svizzero esce con le ossa rotta dal duello con il pari-ruolo italiano. Il capitano della Fiorentina è tarantolato.Il suo sinistro è sempre velenoso, ma il terzino bianconero lo perde sempre sulla velocità permettendo a Pasqual di far recapitare palloni invitanti. Pericolosissimo poi nelle triangolazioni con Jovetic. Da una nasce il contatto in area con Vidal che sdradica il pallone dai piedi del terzino veneto. E per poco Pasqual non segna un eurogoal di testa in tuffo. In tutto questo Lichsteiner non pervenuto. Lo svizzero deve riposare, con la Roma Isla potrebbe avere una chance dall’inizio.\r\n\r\nAttacco e difesa: quello della Juve evanescente. In area di rigore Giovinco e Quagliarella non la vedono neanche col binocolo. L’attacco viola vive sulle folate di Jovetic e Ljajic. Il montenegrino lascia il ricordo di un colpo di testa stampato sulla traversa, mentre il serbo ancora deve farsi perdonare l’occasiona clamorosa fallita in area dopo un regalo di Bonucci. A proposito: la difesa bianconera nel complesso ha retto, ma solo Chiellini ha dato l’impressione di essere il difensore granitico dell’anno scorso.