Calcioscommesse, credibilità a metà
Dopo cento pagine e cinque giorni di riflessioni, nella giornata di domani la Commissione disciplinare dovrebbe emettere i verdetti sul secondo processo scommesse di questa estate (il terzo considerato quanto accadde già l’anno scorso). Al di là dei numeri, a far notizia saranno certamente le motivazioni dei cinque giudici federali. Iniziando dall’entità delle squalifiche c’è da dire che Antonio Conte, tecnico campione d’Italia con la Juve, dovrà prepararsi ad uno stop significativo, ma più leggero dei 15 mesi richiesti dal pm del Palazzi; ad ogni modo tale da spingere l’allenatore bianconero all’immediato iter dei previsti ricorsi: come più volte annunciato, dovrebbe essere di dieci mesi sarà la squalifica per Conte, al centro delle attenzioni per due partite ai tempi in cui lavorava a Siena. Rilevanti saranno i passaggi nell’ambito delle motivazioni che riguarderanno il tecnico, che è coinvolto per una contestata doppia omessa denuncia: le accuse sono per Novara-Siena ed Albinoleffe-Siena.\r\n\r\nSe Conte,naturalmente in attesa dell’appello, dovrà fermarsi dieci mesi (ed appare curioso come la squalifica sarà effettiva a sole diciotto ore dalla finale di Supercoppa Italiana contro il Napoli, mentre i processi sul Napoli siano in stand-by), il suo vice Angelo Alessio dovrà fermarsi per otto mesi. Ben diversa, invece, la posizione per i due giocatori della Juve, Leonardo Bonucci e Simone Pepe. Entrambi a processo per la partita Udinese-Bari, 3 a 3, del 9 maggio del 2010, ed entrambi quasi fustigati nello scandalo dalle dichiarazioni di uno dei pentiti del calcioscommesse, ovvero Andrea Masiello, proprio per la non credibilità di quest’ultimo Bonucci e Pepe troveranno il motivo per il loro proscioglimento. Bonucci era accusato di illecito sportivo, mentre Pepe di omessa denuncia: per il difensore Palazzi aveva chiesto 3 anni e mezzo di squalifica, per il centrocampista un anno: la loro assoluzione da parte della Disciplinare apre così, inevitabilmente, una crepa nel teorema accusatorio di una procura federale che, a questo punto, vede mettere in discussione lo stesso sistema accusatorio basato sul pentitismo.\r\nI grandi collaboratori dell’accusa sono 3, tutti attivi in questa lunga stagione dei processi sportivi sulle scommesse. Fino ad ora, Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio hanno retto l’urto delle corti, anche se proprio per il caso Conte lo stesso procuratore della Figc Palazzi ha dimostrato di non seguire fino in fondo i racconti dell’ex difensore del Siena Carobbio. Con le sentenze di primo grado attese in queste ore, lo scenario cambia radicalmente perché se è vero che gran parte del terzo processo scommesse è basato sulle ricostruzioni fatte in procura da Andrea Masiello, è altrettanto vero che le stesse sono spesso naufragate davanti alla stessa Corte. Così, ad esempio, ci troviamo davanti ad una partita, Udinese-Bari, dove tutti i protagonisti chiamati in causa da Masiello, compreso l’omonimo Salvatore, usciranno prosciolti. E più attenuate risulteranno le responsabilità di Daniele Portanova – 6 mesi di squalifica per omessa denuncia e non illecito come chiesto da Palazzi – a processo per Bari-Bologna sempre dopo le dichiarazioni di Masiello (per la stessa partita verrà prosciolto l’ex capitano rossoblù Di Vaio, mentre il club subirà soltanto una sanzione economica e non due punti di penalizzazione come richiesto dall’accusa).\r\n\r\nLe cento pagine di motivazioni della Disciplinare sono pronte e, oggi, verranno consegnate in Federcalcio in attesa della loro pubblicazione. Fra i club coinvolti, c’è anche il Novara, per il quale Palazzi ha chiesto 4 punti di penalizzazione e che dovrebbe uscire dal primo grado con due punti in meno da scontare l’anno prossimo in B, riduzione frutto dell’ottimo lavoro di prevenzione sul tema scommesse messo in atto da tempo da parte del club piemontese (per Lecce e Grosseto pronte ad aprirsi le porte della Lega Pro). Fra i tesserati, le crepe riscontrate dalla Disciplinare nei racconti di Masiello fanno sperare anche il granata, ed ex leccese, Giuseppe Vives. Intanto, negli uffici della procura federale a Roma sono arrivati gli atti di tre partite del Bari della stagione in cui era Conte l’allenatore finite al centro dell’inchiesta della procura della Repubblica barese e che, da settembre, daranno vita ad una nuova fase investigativa da parte degli uomini di Palazzi.