Parla l’avvocato di Bonucci: ecco perché può essere assolto
Le contraddizioni delle deposizioni di Andrea Masiello e le difficoltà incontrate dal procuratore federale Stefano palazzi nel corso dell’ultima udienza del processo sportivo relativo al calcio scommesse hanno un po’ mutato le condizioni ambientali, costringendo per la prima volta il Palazzi a chiedere un nuovo patteggiamento, respinto però dai legali di Leonardo Bonucci. Merito anche dell’avvocato Giampietro Bianchi, che difende il difensore della Juventus e della nazionale italiana. Oggi, il legale ha parlato a ‘Tuttosport’ spiegando cosa è avvenuto nei momenti della sua arringa:\r\n
Non nascondo che in quel momento le sensazioni sono state positive, come la grande attenzione che ha prestato la Commissione. Noi avvocati la chiamiamo una causa buona. Poi arriva qualcuno che ti propone il 10 per cento della causa finale: se è compatibile con la volontà del giocatore, da avvocato posso anche consigliarlo. In certi casi il patteggiamento diventa un obbligo perché la pena è troppo grande. Ma Bonucci non ha voluto patteggiare e da quel momento siamo tutti più liberi di fare ciò che volevamo fare dall’inizio, cioè discutere. Probabilmente il pm ha fatto lo stesso percorso argomentativo: Bonucci non doveva essere indagato, perché il procedimento penale è finito prima di quello sportivo, e arriva a una conclusione diversa.
\r\nA questo punto, Palazzi potrebbe veder crollare il castello accusatorio per la partita Udinese-Bari?\r\n
Sa cosa salva il sistema? La Procura di Bari – continua Bianchi – . Che in casi come Bari-Lecce utilizza le dichiarazioni di Masiello, in altri decide di non andare fino in fondo. Il modus operandi della Procura di Bari fa tenere in piedi il castello di Udinese-Bari anche senza Bonucci. Per Masiello l’offerta alla combine passa prima dagli spogliatoi al campo, poi al pullman. Dai primi giorni della settimana al venerdì, poi al sabato, ma soprattutto da Bari a Udine. Cambia sia il tempo che il luogo. Masiello dice sono sicuro, poi l’ultima volta dice ricordo perfettamente che Bonucci ci raggiunse in ritiro mentre Bonucci li raggiunse il giovedì, ma al campo. Per la Procura, la gara nasce prima che arrivi Bonucci e termina con la famosa ipotetica telefonata. È anomalo che Bonucci venga coinvolto nell’autobus, e non nella telefonata. Ma soprattutto, Masiello prima dice che la gara la combina negli spogliatoi, lontano da sguardi indiscreti, poi al centro del pullman. Francamente certe cose non si fanno al centro del pullman, quando ti può sentire l’allenatore o il team manager. In quella partita Bonucci è la matrioska nella matrioska.
\r\nSu cosa potrebbe giocare la disciplinare?\r\n
Su un pentito che può essere credibile in tante dichiarazioni, ma dice una cosa non credibile in un’altra. Udinese-Bari sarebbe per Palazzi comunque salva, nonostante il proscioglimento di Bonucci. La motivazione specifica di Masiello, raccontata anche dall’ordinanza, è un’attività volta a elidere il reato associativo, e la bugia potrebbe spiegarsi con la volontà di evitare l’arresto e lo spettro dell’associazione. Masiello racconta di una combine fatta con i compagni di squadra per dire che era combinata in ambito sportivo e non con Giacobbe e Carella.
\r\nOra si andrà a sentenza, Bonucci no ha alcuna remora per aver rifiutato il patteggiamento?\r\n
La procura con molta onestà intellettuale e morale ci ha illustrato la disponibilità di derubricare l’illecito in omessa denuncia, ma solo qualora ci fossero stati dei fatti nuovi e realmente accaduti da ammettere. Bonucci non ha fatto nulla, che doveva ammettere? È vero che ci sarebbero stati rischi penali perché a Bari non ammette nulla, ma comunque non lo avrebbe mai fatto moralmente. Avrebbe valutato l’opportunità anche nell’interesse della Juve, ma mai patteggiando ammettendo qualcosa che non ha mai fatto.\r\n\r\nIl pentito potrebbe cavarsela con una pena inferiore a Bonucci…\r\n\r\nDiciamo che sarebbe meglio una gradazione della pena. Il pentito che fa altri nomi beneficia di grossi vantaggi premiali, e questo può portare anche al rischio del sentito dire. O si toglie l’effetto premiale o si usa maggiore scrupolo. I giudici devono avere una maggiore discrezionalità: pene più esemplari per chi fa cose più gravi, a prescindere da ulteriori collaborazioni. Alla luce delle carte processuali, la fiducia è massima. Francamente non vedo altre ipotesi diverse dall’assoluzione, anche lui è molto fiducioso. I giudici hanno ascoltato bene, erano attenti, sono convinto che valuteranno con altrettanta attenzione.\r\n