Calcioscommesse, il processo dei pregiudizi
(Di Gaver) Mi viene francamente difficile scrivere qualcosa in questi giorni di torrido caldo, resi ancor più pesanti dalla vicenda sportiva che sta tenendo un po’ tutti col fiato sospeso.\r\nStiamo seguendo l’evolversi del processo, attraverso i vari aggiornamenti live che ci consentono perlomeno di acquisire un’immagine quanto più veritiera possibile delle parti in causa e degli eventi esaminati. Ma sfido chiunque, a tal proposito, ad asserire che possano sussistere evidenti responsabilità o non responsabilità in quel che la procura federale e la commissione disciplinare ci stanno propinando.\r\nUna tale “macedonia” di carte e documenti che tutto stan facendo meno che dar chiarezza ad un ambito sportivo e sociale che invece la trasparenza la meritano e la richiedono a gran voce.\r\nStiamo discutendo innanzitutto della vita di alcune persone, prima che della carriera di tesserati che hanno addosso vari colori.\r\nMa questa salvaguardia umana, purtroppo, sta venendo sempre meno proprio per quei colori che distinguono i vari soggetti chiamati in causa.\r\nUn piccolo preambolo sulla giustizia sportiva è doveroso. Ovvero trattasi di impianto “giudiziario” monco, ossia privo di apposito reparto investigativo, il che porta il procuratore (Palazzi) a dar credito esclusivamente a quel che sente, vero o falsato che sia.\r\nBasti pensare all’urgenza di terminare solo per lo scarso tempo a disposizione, tempo che andrebbe ad inficiare calendari e stagione sportiva.\r\n\r\nPerò qui, da bravi italiani, dobbiamo decidere; cosa preferiamo, la giustizia ordinaria evidentemente troppo garantista e lunga? O quella sportiva, esageratamente celere tanto da non dar nessuna mano ad eventuali tesi difensive che abbisognano di accurate analisi?\r\nE’ evidente che in entrambi i casi vi siano delle storture, è palese che da una parte si paga lo scotto di processi lunghi ed estenuanti soventi direzionati verso la prescrizione, ma dall’altra si rischia seriamente di dare in pasto al mondo degli innocenti.\r\nQuello stesso mondo, basta leggere le testate giornalistiche straniere (dalla Spagna all’Arabia Saudita), che nutre seri dubbi sull’attendibilità del processo sportivo in atto.\r\nDefinirlo un processo di pregiudizi non è un eufemismo, ma penso possa corrispondere ad un’analisi che nulla ha a che vedere con la faziosità, ma si basa semplicemente su dati di fatto.\r\nIl teste più attendibile (Carobbio), che viene incensato su Conte ma non creduto su Mezzaroma e sul fatto che Conte avrebbe detto davanti a tutti del benestare sulla combine (forse per non indagare quei tutti per omessa denuncia?).\r\nE se fosse vera l’ultima versione su Stellini, allora manca comunque il mandante. Penso che un magistrato degno di tale nome non si accontenterebbe solo di chi è accusato di favorire o occultare un illecito, ma vorrebbe arrivare a chi ha organizzato il tutto. Ma di questi mandanti neanche l’ombra.\r\nL’illecito si è consumato, sappiamo (secondo il sig. palazzi) chi lo ha favorito, ma a parte qualche calciatore di 8° livello coinvolto (masiello&carobbio&co.), dell’esistenza di una possibile organizzazione più volte paventata neanche l’ombra.\r\nCome per dire, per esempio, che in un processo per omicidio ci accontentiamo di sbattere in galera chi ha fatto il palo, ma chi ha premuto il grilletto… amen!!!\r\nPepe che è accusato(?) per una telefonata ritrattata e cambiata più volte da Masiello e sul senso di una compravendita sperata o desiderata di un’auto, tanto che parecchi addetti ai lavori non riescono più e decidere sulla veridicità delle parole di Masiello e alcuni addirittura si chiedono….”ma che ha fatto Pepe?”.\r\nBonucci coinvolto nella tentata combine, senza uno stralcio di riscontro oggettivo, e con i vari personaggi chiamati in causa che non riescono a decidere se Leo fosse o no in Nazionale nel periodo della partita incriminata.\r\nNessun’altra analisi, basta quel che ogni giorno ci viene propinato; ma vi assicuro che, testi e prove come queste, in un processo ordinario di qualsiasi paese europeo, sarebbero già stati sovvertiti e sarebbe stato avviato il proscioglimento.\r\nNon si può dar credito ad un processo che muta sovente versione; pena l’inattendibilità dei testi.\r\nIl pregiudizio in atto è però evidente, e lo si legge nelle testate giornalistiche che in questi giorni risaltano solo i 3 bianconeri occultando tutto il resto (arrestati compresi), specie da Roma e Milano, specie su Corriere dello Sport (ma il direttore non dirigeva il Tuttosport prima? Che strana la vita), Repubblica, Gazzetta dello Sport.\r\nMa voi tutti avete un modo molto democratico per iniziare ad ovviare a questo linciaggio. Evitate di sovvenzionare i suddetti e molti altri ancora, persino con i clic on-line.\r\nD’altronde questa gente da anni tenta di riempire i cervelli delle persone con la favoletta della Juve potente appartenente ad una stirpe di potenti, che muove l’Italia a piacimento.\r\nLa realtà è forse altra, ed in poche righe si potrebbe anche pensare che il potere della Famiglia di riferimento arrivasse da una forza imprenditoriale assoluta in certi momenti storici; e quando qualcuno negli ultimi tempi ha accusato dei vari introiti statali della fiat, ha forse dimenticato delle centinaia di migliaia di operai assunti.\r\nGianni Agnelli, in particolare, ha coltivato amicizie e rispetto in salotti lontani dal politichese\r\nromano o dalla Milano da bere, tessendo rapporti umani e commerciali spesso oltreconfine.\r\nE forse in alcuni di questi salotti non si vedeva l’ora di arrivare a persecuzioni del genere.\r\nBasta soltanto prendere ed analizzare il percorso di vita e professionale dei signori del pallone, (lega e figc) per potere capire quali siano le loro radici. E soprattutto cosa abbiano fatto di cosi straordinario perdover essere chiamati poi a decidere per gli altri!!!\r\nEd è cosi che a Roma, Milano, Napoli, Firenze ecc… Tutti ora felici e contenti dell’ennesimo processo farsa alla Juve.\r\n\r\nMa nessuno ha mai mosso un dito e speso pagine come quelle che leggo adesso per i rolex agli arbitri, i cento milioni di tangente di Roma-Dundee, il doping di Peruzzi e Carnevale, il decreto spalma debiti e le fidejussioni incerte che avrebbero persino messo in dubbio l’iscrizione al campionato per la Roma (e per la Lazio).\r\nNessuno scrive qualcosa sugli attuali e trascorsi rapporti tra il Napoli e personaggi dubbi, oppure su Grava e Cannavaro accusati di illecito come tesserati del Napoli all’epoca dei fatti; eppure son fatti documentati.\r\nNessuno parla del Gattuso che rifiutò l’antidoping o degli scambi di plusvalenze tra le milanesi per ragazzini primavera per gonfiare i bilanci; eppure è documentato anche questo, come i fondi neri in alcuni acquisti.\r\nSull’Inter vi sono enciclopedie che raccolgono di tutto, dagli illeciti al doping alla corruzione.\r\nEppure, l’unica società che attrae tali interessi è la Juve,per tutti gli altri si spera che il tempo faccia dimenticare tutto; io direi che è il momento di dire basta invece.\r\nLo dico da tifoso, ma anche da cittadino che è stanco di assistere a processi farsa con i soldi dei contribuenti.\r\nSe qualcuno ha desiderio di rivalse personali, abbia il coraggio di farlo da uomo, e non nel più bieco modo che la meschinità umana possa concepire.\r\nE siamo stanchi, Presidente Agnelli, di doverci sempre giustificare; è ora che la Juve, che ne ha adesso l’occasione, faccia crollare un palazzo di cartapesta fondato sui sotterfugi e sulle ambiguità.\r\nSi vada avanti, nessun patteggiamento! E possa l’appoggio del tifoso, con ogni mezzo lecito consentito, far sentire sempre più solo questo pseudo potere politico del palazzo sempre più incancrenito e lontano da una vera espressione di sport.\r\nSiamo convinti dell’inattendibilità dell’impianto accusatorio; vorremmo anche esser certi che la nostra società sappia sfidare questi pachidermi burocrati pieni di naftalina con la forza della verità, senza aver paura di nulla, neanche di eventuali condanne ingiuste.\r\nLa DIGNITà non ha mai avuto prezzo! E per fortuna continua a non averne.