Nedved tranquillizza i tifosi “Faremo un grande mercato”
“Abbiamo le idee chiare e non dormiremo di sicuro”. Pavel Nedved rilascia una lunga intervista a ‘Tuttosport’ e da dirigente ormai navigato tranquillizza i tifosi sul prossimo mercato. Dopo una prima fase in cui svolgeva solo il ruolo di consigliere d’amministrazione, Nedved ha ora un ruolo più attivo alla Juventus. “Quando uno smette di giocare, deve trovare la sua dimensione e non è facile. Non è che puoi partire dicendo: ho giocato vent’anni e so tutto di questo mondo. Col cavolo! Parti da zero e devi imparare tutto. Io all’inizio non capivo dove e come posizionarmi, poi con il passare del tempo ho trovato la mia posizione. Un po’ come mi è successo il primo anno con Lippi che nei primi sei mesi non capiva dove mettermi! (ride). Poi con Marotta, Paratici e Conte ho trovato la mia giusta dimensione, nella quale sento di essere utile”, ha spiegato l’ex pallone d’oro. “Innanzitutto c’è un lavoro che svolgo al campo per dare una mano ai dirigenti e all’allenatore. Seguo la squadra, parlo con Conte e con i giocatori. Seguo gli allenamenti perché un giocatore lo giudichi dall’impegno che mette in settimana mentre si allenano. Solo così puoi capire – puntualizza Nedved – Un giocatore viene generalmente giudicato alla domenica per la partita, ma se vuoi valutarlo seriamente devi soprattutto vederlo in settimana, come si allena, come lavora. Una squadra è composta da 25 giocatori, devi sapere tutto di tutti, perché di tutti c’è bisogno”.\r\n\r\nPiù difficile fare il dirigente o fare il calciatore?\r\n
Cosa sia più difficile non lo so. Ho capito che vincere da dirigente provoca le stesse emozioni di quando si vince da giocatore. Perché da giocatore sei protagonista in campo, ma da dirigente sei consapevole di quanto lavoro cè dietro ogni vittoria e di quante persone hanno contribuito, a partire dal presidente che non smette mai di lavorare. A Trieste mi sono emozionato, tanto. Non pensavo di emozionarmi così, ma giuro che mi sono commosso. E una sensazione diversa rispetto alle vittorie da giocatore, ma di\r\nuguale intensità.\r\n
\r\nVia Del Piero sono rimasti solo Buffon, Conte e appunto Nedved a mantenere alto il tasso di juventinità:\r\n
Sì, significa che dobbiamo portare avanti i valori della juventinità. Quelli che ho vissuto io fin dal primo giorno. Quando sono arrivato ho sentito un profumo che non so spiegare, è qualcosa che ha a che fare con il nostro dna e non si respira altrove. Il mio compito e quello di Gigi è spiegare questa cosa ai più giovani e a chi arriva.
\r\nDopo due settimi posti è arrivato lo scudetto: Conte ha portato ad una svolta tecnico-tattica o psicologica?\r\n
Cinquanta e cinquanta: perché dal punto di vista tattico è stato grandioso nel cambiare quando si è reso conto di avere in rosa un giocatore di livello mondiale, Vidal, e ha rivoluzionato tutto. Ma dal punto di vista psicologico ha svolto un lavoro pazzesco su dei ragazzi che venivano da annate negative e ha fatto fare un salto di qualità notevole a tutti. In questo, devo dire, gli ha dato una mano lo Stadium, perché lì è tutta un’altra cosa. Io ero certo che quell’impianto ci avrebbe portato dei benefici nei risultati e tutto si è avverato.
\r\nA che punto è la rosa della Juventus in vista della Champions?\r\n
Se dovesse esprimersi ai livelli di quest’anno farebbe già una bella strada. Di questo sono convinto perché ho sempre confrontato il gioco di Conte con quello che veniva espresso in Champions e ho sempre pensato che non ci fossero grandi differenze. Certo, l’anno prossimo ci saranno tre fronti: il campionato, la Champions, la Coppa Italia, quindi dobbiamo rinforzarci. Abbiamo una base molto solida, ma dobbiamo aggiungere dei pezzi. E un lavoro teoricamente più facile, ma in realtà è molto difficile perché stavolta dobbiamo prenderne pochi ma buoni e non possiamo permetterci di sbagliare.
\r\nLa concorrenza in Europa sarà agguerrita, chi teme di più Nedved?\r\n
In alto metto il Real Madrid: gruppo consolidato e allenatore esperto. poi il City di Mancio che è una roba fuori dal comune perché ha delle possibilità di scelta impressionanti. Poi ci siamo noi e il Borussia, che ha fatto un grande lavoro sui giovani. Competere sul mercato con le big? Sì è dura. E non solo perché i City, i Real o i Barcellona hanno un budget molto più ampio per acquistare i giocatori, ma hanno pure un fatturato quasi doppio del nostro per pagare i loro ingaggi. Ma attenzione, non è sempre solo questione di soldi. Guardate com’è andata l’anno scorso: non è stata facile convincere dei campioni venire a Torino, eppure… I tifosi devono stare tranquilli, la squadra c’è. E c’è tutta la società che ha voglia di migliorarla. Nonostante le difficoltà, la miglioreremo di sicuro. Ma piuttosto che dovermi rimangiare qualcosa a fine mercato, preferisco mantenermi basso. Non voglio promettere cose che non si avverano. io sono il primo a volere una Juventus con undici fenomeni come era nel 2005-06, però dobbiamo stare tranquilli. Niente promesse, tranne una: tifosi, state tranquilli, sul mercato non dormiamo. Abbiamo fatto uno step e ora vogliamo migliorare. L’obiettivo ora è, inevitabilmente, la Champions.
\r\nUna battuta sul calcio scommesse?\r\n
Mi fa schifo è certo. Ma anche preoccupato per il futuro del calcio italiano, siete un po’ masochisti voi… Se ci pensate in altri paesi sono accadute cose analoghe, ma non se ne è parlato così tanto. Io sono per punire i colpevoli, ma bisogna fare attenzione a non frenare il calcio italiano. Squalificate, radiate, ma pensiamo al futuro, guardiamo avanti, se no perdiamo altri posti nelle coppe. Anche perché posso garantirvi che l’Italia tira ancora fra i giocatori stranieri: è un bellissimo Paese. Avete tutto: belle donne, cibo, mare, montagna…. Ho parlato con Buffon? Io conosco sia lui che Antonio Conte da tanto tempo, sono ragazzi puliti. E mi fermo qui.