Processo Dell’Utri: boss mafiosi sponsor di D’Agostino?

Nel 1994 i boss mafiosi Filippo e Giuseppe Graviano si sarebbero rivolti al senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri per raccomandargli l’allora giovanissimo calciatore Gaetano D’Agostino, che adesso milita nelle fila dell’Udinese e della Nazionale. È la tesi del procuratore generale Antonino Gatto che nel secondo giorno della requisitoria al processo a Dell’Utri, imputato di concorso in associazione mafiosa, ha citato anche questo episodio per dimostrare il collegamento del politico con Cosa nostra. Secondo quanto ricostruito dal magistrato, il padre del ragazzino, Giuseppe D’Agostino, si rivolse ai fratelli Graviano dopo averli ospitati durante la latitanza a casa sua nel dicembre del 2003 per chiedergli in cambio del favore l’interessamento per un provino del figlio, che allora aveva dodici anni, nelle giovanili del Milan. Per il pm, i Graviano si rivolsero Dell’Utri, come confermato anche dal responsabile del settore giovanile del Milan, Francesco Zagatti che nella sua deposizione in primo grado ha ammesso che il provino del giovane era “caldeggiato” da Dell’Utri.

«A gennaio – ha proseguito il pg – D’Agostino e i Graviano si recarono effettivamente a Milano dove poi furono arrestati». A questo punto sarebbe cessato anche l’interesse del Milan per il giovanissimo calciatore che poi si sarebbe affermato anni dopo. «Un primo interessamento del senatore per far entrare il ragazzino nelle giovanili del Milan – ha detto Gatto – c’era stato già nel 1992, come dimostrato anche dagli appunti nell’agenda di Dell’Utri. Il padre di D’Agostino avrebbe parlato con Carmelo Barone, un commerciante di Brancaccio, che poi avrebbe segnalato Gaetano a Dell’Utri». Non si sarebbe trattato di un vero provino ma di osservazioni, che effettivamente ci sarebbero state nello stesso anno a Milano, perchè per norme federali il giovanissimo calciatore non poteva essere tesserato se non dopo la licenza media o con il trasferimento dei genitori nel capoluogo lombardo. Il pg, infine, ha ricordato gli attentati incendiari messi a segno alle filiali catanesi della Standa, sostenendo che le intimidazioni sarebbero improvvisamente cessate dopo – in base a quanto ricostruito dai collaboratori di giustizia – l’intervento di Dell’Utri. L’udienza è stata rinviata, per la prosecuzione della requisitoria, al 16 ottobre.

Credits: La Stampa

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