Palazzi certifica, Inter disonesta: violati gli articoli 1 e 6
Il procuratore federale Stefano Palazzi, ha consegnato finalmente le 72 pagine di relazione sulla vicenda Calciopoli 2, che aveva generato venerdì scorso il comunicato col quale si archiviavano per prescrizione una innumerevole serie di violazioni disciplinari commesse in intercettazioni telefoniche nella stagione 2004-2005 e sfuggite (chissà come) alla autorità giudiziaria e conseguentemente a quella sportiva nel 2006. La relazione di Palazzi è durissima specialmente nei confronti dell’Inter, e in particolare del suo ex presidente Giacinto Facchetti, cui Palazzi contesta le molte telefonate emerse dal Tribunale di Napoli grazie al lavoro della difesa di Luciano Moggi. Per Palazzi gli avvicinamenti di Facchetti nei confronti dei designatori Pairetto e Bergamo avrebbero configurato se analizzati nel 2006 il reato sportivo di “illecito” anche in considerazione del fatto che le telefonate del presidente nerazzurro arrivavano sempre in corrispondenza delle gare che riguardavno gli arbitri e gli assistenti che avrebbero diretto le gare dell’Inter. Per questo nella sua relazione Palazzi, nelle 24 pagine dedicate all’Inter sottolinea come la responsabilità dell’Inter sarebbe – se non coperta dalla prescrizione – una responsabilità “diretta ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparizalità e indipendenza in violazione del pre vigente articolo 6 del codice di giustizia in vigore all’epoca e oggi sostituito dall’articolo 9”. Per l’Inter, secondo Palazzi, “responsabilità diretta e presunta”. Per il presidente Moratti, invece, il rilievo mosso è di violazione dell’articolo 1. Nella relazione ampi stralci dedicati all’oscura vicenda Nucini e richiami puntuali alle telefonate trascritte grazie alle difese di Moggi, De Sanctis e Pairetto a Napoli. Pesantissimo anche il giudizio integrativo che riguarda le condotte di Meani, le cui azioni dirette a condizionare arbitri e guardalinee in telefonate davvero pesanti sono solo in parte coperte dal giudicato del 2006. Palazzi conferma la sua visione sul Milan: le condotte di Mani erano da “illecito sportiivo” anche se gli organi gioustizia sportiva avevano poi smussato e ridotto la posizione del Milan fino ai soli 8 punti di penalizzazione nel campionato successivo. La relazione di Palazzi è una vera e propria bomba che esplode nelle mani dei consiglieri federali che la riceveranno domani durante la sessione del governo Figc. Sarà davvero arduo per loro sottrarsi al giudizio sullo scudetto 2006 giacchè lo stesso procuratore Palazzi segnala come l’unico aspetto sportivamente ancora attaccabile e salvo dallo scandalo della prescrizione sia proprio il titolo assegnato per presunta mancanza di profili disciplinari o limpidezza nel 2006. Ce n’è abbastanza, comunque, perché venga richiesto l’art. 39 e la revisione totale del processo farsa di Calciopoli. A chiederlo non sarà di certo la Juventus, che aspetterà il 2014-2015 e i tre gradi di giudizio a Napoli, ma potrebbe farlo molto presto Luciano Moggi.\r\n\r\nCredits: Tuttosport