Moggi: “Al processo Gea crollato il castello accusatorio. E in terzo grado…”
Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, nel corso della trasmissione condotta da Pippo Franco “Ieri, Moggi e domani” co-produzione tra Prima Rete Lombardia e Gold in onda su Gold TV e Telecolor (digitale terrestre e canale satellitare 856 Sky) ha commentato la partita della Nazionale Italiana in Slovenia e la sentenza d’appello emessa dal Tribunale di Roma in merito al processo GEA, soffermandosi sulla distruzione del castello accusatorio che parlava addirittura di ‘associazione a delinquere’.\r\n“Il castello accusatorio dei PM di Roma è crollato del tutto – spiega Moggi – La sentenza di appello ha confermato che non è mai esistita nessuna associazione a delinquere che manovrava illegalmente il mercato. Sono stato condannato invece solo per aver fatto bene il mio lavoro ed aver difeso gli interessi della Juventus. Quando Blasi tornò alla Juve dopo il prestito al Parma ed una lunga squalifica per doping mi chiamò uno che si qualificò come suo procuratore, quando invece nei documenti della Juventus risultava Zavaglia come procuratore del calciatore. Gli risposi “adesso ho da fare”. Poi andai dal calciatore e gli dissi “tu vieni da una lunga sosta ma se mi dimostri il tuo valore a fine anno ti darò l’aumento che meriti, in base alle disponibilità della Società.” Ed infatti a fine anno Blasi ebbe il suo prolungamento con un vistoso ritocco dell’ingaggio. Se questa è violenza privata, allora a Cellino cosa dovrebbero fare per come si è comportato con Marchetti? Solo la Gazzetta dello Sport, come al solito, ha fatto un titolone accusatorio contro di noi per la sentenza di Roma, ma voglio ricordare loro che esistono tre gradi di giudizio….”