Furino e Cabrini: “Una grande Juve deve battere le piccole”
Grande con le grandi e piccola, anzi piccolissima, con le piccole. Non è uno scioglilingua, ma il profilo della Juve, una squadra abbonata alle imprese eroiche contro le corazzate ed ai clamorosi capitomboli di fronte alle provinciali.\r\nI numeri non mentono mai: contro le prime dieci forze del campionato i bianconeri hanno totalizzato 23 punti, contro le ultime dieci soltanto 18. Alle esaltanti vittorie in casa del Milan e all’Olimpico contro Lazio e Inter fanno da contraltare gli imbarazzanti black out patiti a inizio anno a Bari, in casa con il Parma e domenica scorsa a Lecce.\r\nIl Milan capolista ha raccolto soli 19 punti contro le prime della classe e ben 33 con le compagini che occupano la colonna sinistra della classifica. Questione di stimoli. Quelli che Agnelli nei giorni scorsi ha provato a inculcare nei suoi giocatori: “Una squadra che batte Milan, Inter e Lazio può vincere tutte le dodici partite che mancano purché aggredisca anche le sfide contro le meno grandi”.\r\nSe nello spogliatoio juventino non ci sono più intoccabili, nel calendario bianconero sono state cancellate le partite all’apparenza facili, considerate chiaramente alla portata. Le figuracce non sono più ammesse, men che mai sabato, contro un Bologna piccolo, ma non troppo. “La differenza di rendimento della Juve mi sorprende – ammette Furino, l’ex capitano – per vincere la squadra dovrebbe imporre il suo gioco, e non subire le avversarie meno quotate”.\r\nCritico anche Cabrini, con in più una certa dose di pessimismo: “Tra alti e bassi, la Juve sta raccogliendo poco. Il fatto che stenti con le provinciali fa riflettere. Sette punti di distacco dal quarto posto sono tanti, il calendario non è dei più semplici“. Con la quota Champions che galleggia intorno ai 68 punti, la Juve è chiamata a un’impresa: vincere nove delle ultime dodici partite.\r\n\r\n(Credits: ‘Leggo’)