Calciopoli: niente di fatto, tutto rinviato al 22 febbraio
Oggi niente udienza, è tutto rinviato al 22 febbraio. Il perito Porto non era pronto con le trascrizioni di tutte le telefonate. Una parte dovrebbero essere depositate il primo febbraio, mentre la data limite per la totalità è il 18. La giudice Casoria ha sollecitato il pm affinchè il 22 cominci la requisitoria. C’è resistenza da parte dei pubblici ministeri perché sostengono di voler leggere integralmente tutte le trascrizioni. Si è stabilito il principio che le arringhe difensive cominceranno con le imputazioni meno importanti. Si concluderà con l’arringa della difesa di Moggi. \r\nTra le nuove 300 telefonate che sono state trascritte dal perito e oggi verranno acquisite a Napoli, se ne può leggere una particolarmente interessante fra il guardalinee Puglisi e l’addetto agli arbitri del Milan Meani del 10 aprile 2005. Dice Puglisi: «Poi prima del… dovrò parlare… dovrò parlare con Galliani… No, così, perché è giusto, perché voglio… vorrei… vorrei… l’anno prossimo far qualcosa». Meani: «Esatto!». Puglisi: «Cioè, allora, l’unica persona… ». Meani: «E’ lui!». Puglisi: «Se può darmi una mano… però vorrei… vorrei parlargli e dirglielo… dirglielo». Meani: «Lui fa presto, chiama Lanese ». Puglisi: «Giusto, giusto, allora… allora adesso voglio vedere come va…» Meani: «Lui chiama Lanese e gli dice: “Allora Puglisi, se non ca… o in C o in A, da qualche parte». Puglisi: «Guarda, se va Lanese, io posso andare anche con Lanese eh…». Meani: «Ah sì vero…». Puglisi: «Non è che io ho dei problemi io… Cioè non.. cioè adesso se non va Collina… cioè o mi danno la deroga e sto ancora lì, oppure se Lanese deve fare la squadra io vado anche con Lanese, non è che me ne frega un ca… cioè anche perché diciamo che nel momento in cui dovesse anche arrivare Collina io son sempre riciclabile no? Son della sua scuderia… ». Come dire: i guardalinee chiedevano a Galliani (che poi diceva: spinga, spinga per Puglisi) aiuti per far carriera, certi di ottenerli perché c’era una vera e propria “scuderia Milan”. Ma per gli inquirenti esisteva solo l’associazione di Moggi…\r\nL’opinione di Massimo Moratti sui fatti di Calciopoli, ribadita ieri a Coverciano, è nota da tempo e merita il rispetto che si deve a tutte le opinioni. Ne meriteribbe un po’ di più se, oltre a ripeterla come un mantra ogni volta che viene stimolato sull’argomento, aggiungesse delle spiegazioni che finora non ha mai dato. Perché per il presidente dell’Inter siamo sempre al 2006, quando il mondo ignorava l’esistenza di intercettazioni in cui lui stesso, così come Giacinto Facchetti parlavano con i designatori arbitrali e, talvolta, direttamente con gli arbitri. Alcune di queste telefonate sono assimilabili a quelle che sono costate molto care alla Juventus, ci sono delle “grigliate” fra Facchetti e Bergamo, c’è addirittura un arbitro, Bertini, che parlando con Bergamo definisce «imbarazzante» una visita di Facchetti prima di Cagliari-Inter di coppa Italia. Moratti sapeva di queste chiamate? Come le inquadra nelle «vergognose» vicende del 2006? E perché non fa luce sui rapporti con Nucini, arbitro in attività a cui l’Inter stava cercando delle attività remunerative perché lui diventasse il «cavallo di Troia» del sistema Moggi? In attesa che queste domande gliele ponga Palazzi, Moratti potrebbe anticipare le risposte pubblicamente. Così, per dire qualcosa di nuovo su Calciopoli, visto che qualcosa di nuovo dal 2006 a oggi, è emerso.\r\n\r\n(Credits: Guido Vaciago per ‘Tuttosport’)