Paco D’Onofrio attacca: “Calciopoli va riscritta”
La novità di oggi è che Stefano Palazzi vuole sentire Luciano Moggi, pare per riscrivere da zero la storia di Calciopoli. Sono passati più di quattro anni dal processo farsa avvenuto in 20 giorni, con gli imputati che non hanno potuto mettere in campo alcuna prova a propria difesa e con l’accusa che ha fondato il proprio teorema sugli articoli di giornale e sulle teorie fantasioe di alcuni personaggi puntualmente smentiti al processo di Napoli. \r\nSull’argomento è tornato Paco D’Onofrio, avvocato dell’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, che ha rilasciato un’intervista a ‘Tuttosport’, spiegando la situazione attuale del processo penale anticipando i possibili scenari futuri di quello sportivo: “Sicuramente la Figc ha avvertito il dovere morale e giuridico di rivedere le proprie posizioni in ordine a quanto, troppo frettolosamente e superficialmente, venne deciso nell’estate del 2006. Quanto è emerso nel processo di Napoli dimostra in modo evidente che non c’è mai stata una Cupola che gestisse il calcio e che, in ogni caso, né Moggi e né la Juventus ne furono gli ideatori e beneficiari. Quella vicenda sportiva e giudiziaria va riscritta, pressoché totalmente”. \r\n\r\nCOSA FARA’ LA PROCURA FEDERALE?\r\n”Personalmente nutro più perplessità che ottimismo, poiché mi sfuggono gli esatti confini ed obiettivi di questo procedimento disciplinare. Se è finalizzato alla revoca dello scudetto all’Inter, allora avrebbero dovuto procedere in via amministrativa, senza la complessità di un procedimento disciplinare, decidendo e provvedendo in pochi giorni, come avvenne nel 2006 per l’assegnazione “a tavolino”. Se, invece, si vogliono individuare eventuali nuovi e diversi colpevoli di illeciti, perché si svolgono nuove indagini sportive dal processo di Napoli possono essere acquisite decine di prove schiaccianti”.\r\n\r\nDUE PESI E DUE MISURE\r\n“Nel 2006 si decise che ciò che proveniva dalla Procura di Napoli era sufficiente per celebrare rapidamente il processo sportivo, mentre ora, rispetto a prove molto più consistenti, si avverte la necessità di una lenta e macchinosa replica in Figc del processo penale“.