Calciopoli, Palazzi convoca Bergamo che annuncia: “Farò tutti i nomi”. Si riapre il processo sportivo?
Le parole di Andrea Agnelli hanno funzionato da corroborante. Calciopoli 2 entra nel vivo: ad inizio della prossima settimana Palazzi ( sul quale la fiducia di Abete è ai minimi storici) interrogherà Paolo Bergamo, che pur non essendo più tesserato ha accettato l’invito. La lettura delle trascrizioni depositate 80 giorni fa delle telefonate scoperte dalla difesa di Moggi e che riguardano contatti con designatori e dirigenti federali è stata ultimata, si passa all’ascolto (dopo gli audio) anche dei protagonisti ancora disponibili. E Paolo Bergamo nella vicenda aggiornata ai clamorosi sviluppi presi dal processo di Napoli da aprile ha un ruolo fondamentale. A Tuttosport aveva rivelato quanto emergeva anche dal verbale di interrogatorio (inascoltato, glissato) dell’Ufficio Indagini quando parlava chiaramente facendo nomi e cognomi (“Facchetti, Meani, Capello e anche ( l’attuale coordinatore delle Giovanili Figc, ndr) Arrigo Sacchi” . Lo contattavano per discutere di designazioni, sapere di guardalinee o gestione arbitrale, persino progetti sulla gestione della Can e reclutamento. “Io parlavo con tutti e con molti c’erano gli inviti conviviali, dovevo farlo per evitare di far trovare il clima peggiore ai miei arbitri. Non era vietato. Cose che spiegherò a Palazzi quando volesse chiamarmi: hanno sanzionato la Juve nel 2006, ma con Moggi facevo quello che facevo con altri. Altro che esclusiva”.\r\nEbbene ci siamo: le telefonate con Facchetti, ma anche quelle con Moratti e tanti altri. E proprio il presidente dell’Inter sarà un altro di quelli messi ( tra la prossima e la settimana che precede Capodanno) in agenda. Ma ci sono anche Campedelli, Cellino, Pradè, Governato (e più in là anche ex dirigenti di Parma, Bologna, Lecce). L’indirizzo che vuole seguire il procuratore federale, però, ascoltando tra pochi giorni Bergamo non potrà limitarsi al venir meno dei requisiti “ morali” imprescivibili che condussero Guido Rossi all’assegnazione dello scudetto 2006 all’Inter: i requisiti per la revoca sono nei fatti, se era “reato sportivo” per Moggi chiamare per giocare alle griglie che si deve fare con le telefonate di Facchetti? Se parlavano tutti, viene meno l’esclusività a danno di altri del canale telefonico Bergamo-Moggi, uno dei capisaldi di Calciopoli Uno. “Processo ridicolo” , lo definisce Agnelli ora. Beh, oggi certo di fronte a quanto sta emergendo a Napoli e al netto delle sim ( che nel 2006 non erano parte del processo) non può un uomo di legge come Palazzi evitare di pensare all’ipotesi di revisione del processo su molti dei capi d’imputazione. Di certo, poi, l’apertura dello scomodo armadio di Calciopoli Due non potrà fermarsi alle 187 telefonate trascritte da aprile a ottobre, ce ne sono altre 300 che il 25 gennaio saranno disponibili. E lì troviamo le chiamate “sfuggite” davvero interessanti del presidente Abete, di Galliani, di uomini in attività nell’Aia come Copelli ( che rapportone e che telefonatone con Meani), Rosetti, Brighi. E ci sono anche le delicatissime telefonate in cui Facchetti parla del «4- 4- 4» e quelle in cui Bertini si lamenta per le pressioni ricevute in Cagliari- Inter. Tutto prescritto, si dirà: anche se si allarga il fronte di chi dice che chi non ha rivelato telefonate innocenti su griglie e richieste di designazioni o spostamenti di gare di campionato abbia reiterato la violazione del dovere di lealtà, cioè dell’Articolo 1, per tutti i giorni trascorsi. A partire dall’Inter che s’è incamerata lo scudetto 2006 tacendo delle proprie telefonate. Piaccia o non piaccia, i nodi vengono al pettine. E non solo sullo scudetto 2006.\r\n\r\n(Di Alvaro Moretti per ‘Tuttosport’)