Chiellini: “Passati i momenti bui, presto le vittorie”
Il ruggito. L’imponenza. La forza. Quasi banale, per la fantasia livornese, quel soprannome adolescenziale: “ Tir”. Il tempo l’ha cancellato, ma Giorgio Chiellini lo fa tornare in mente cento volte: quando s’avvinghia a Ibrahimovic o Toni, quando sanguina però s’ostina a giocare, quando dimentica il cerotto in testa e vola in cielo a catturare il pallone, quando affonda il tackle, quando fa muro. Un combattente. Ma solo dentro l’area. Oltre il campo, non c’è nessuna corazza: c’è un ragazzo tranquillo che è stato un bambino timido, un calciatore che sta bene tra i bagliori del mondo vip e tra i colori di una città lasciata da anni e portata dentro, la città dei suoi affetti, la famiglia, la ragazza e gli amici veri: quelli per cui sarai sempre Giorgio e mai Chiellini, divo bianconero oppure azzurro, quelli con cui organizzare d’estate, ogni tanto, una partitella di basket. Perché quel bambino timido sognava di diventare campione, ma il primo amore era un pallone arancione da indirizzare in un cesto che allora sembrava altissimo. Il destino ha tracciato un’altra strada. E lui l’ha seguita forza di volontà, la stessa che gli ha permesso di laurearsi tra mille impegni. Deciso, o come dice lui testardo. Il suo pregio e pure il suo difetto.\r\n\r\nChiellini, sesta stagione di Juve e un contratto nuovo. Poi dicono che non ci sono più le bandiere…\r\n“Era quello che desideravo, mi sento legatissimo alla maglia bianconera: un rapporto fortificato nel tempo anche dalle vicissitudini sportive attraversate“.\r\n\r\nLa società le ha dimostrato grande fiducia…\r\n”Un gesto importante, mi ha fatto piacere. E ora insieme verso il traguardo comune…“\r\n\r\nOvvero?\r\n”Vincere insieme. Chi ha condiviso certi momenti duri, oggi condivide la speranza di gioire“.\r\n\r\nPassato remoto di una carriera bianconera. Peccato che la fedeltà racchiusa nel nuovo contratto sia stata oscurata dalle polemiche.\r\n”Non me l’aspettavo, anche perché sono stato sempre vicino all’Aic. E nell’accordo non sono stati volutamente affrontati punti su cui Lega e sindacato discutono“.\r\n\r\nForse ha influito un approccio superficiale: s’è parlato per lo più delle regole sul look e sulla frequentazione dei locali.\r\n”Tutte cose, oltretutto, già previste dal regolamento interno. Il mio contratto considera la complessità di un rapporto professionale come quello tra club e calciatori di serie A: non può essere intrepretato come una presa di posizione nell’attuale dibattito di politica sportiva, semmai offre un contributo al dialogo sul nuovo accordo collettivo”.\r\n\r\nFermiamoci sull’aspetto principale: Juve per sempre…\r\n”Diciamo un bel passo: mi auguro, sinceramente, di giocare ancora un po’ di anni oltre la scadenza nuova fissata al 20152″.\r\n\r\nPotete leggere il resto dell’intervista sull’edizione odierna del ‘Corriere dello Sport’