Prandelli: “Sono stato vicinissimo alla Juve, in futuro chissà…”
Il commissario tecnico della Nazionale, Cesare Prandelli, ha rilasciato un’importante intervista al quotidiano sportivo torinese ‘Tuttosport’, dalla quale sono emersi spunti interessanti, oltre che sulla nazionale italiana, anche sulla Vecchia Signora e la sua… panchina. “Quanto sono stato vicino alla Juve? Forse adesso non interessa più a nessuno…Sono stato molto vicino, sì. Ma a volte nel nostro mestiere non si sceglie, si è scelti. Comunque da quando ho iniziato ad allenare nelle giovanili gira sempre questa ipotesi della Juve. Magari succederà quando nessuno ne parla. Comunque è un argomento che mi crea un po’ di imbarazzo perché stimo molto Del Neri. La Nazionale? E’ stata una scelta difficile ma non ho cambiato idea in questi tre mesi. Se penso ad Aquilani? Alberto è uno dei centrocampisti più forti d’Italia e, infatti, è già stato in Nazionale e ne è uscito solo per problemi fisici: se ha continuità sarà sicura mente importante. Perchè ci sono sempre diversi juventini in azzurro? La Juventus è la società che, per strategie e programmazione, ha puntato di più sugli italiani. Ci sono tanti juventini in Nazionale non perché vestono la maglia bianconera, ma per ché sono ottimi giocatori e perché sono aiutati dall’abitudine a giocare insieme. Cassano è pronto per prendere l’eredità di Del Piero? Deve acquisire la mentalità vincente: giocare per vincere e non solo per la prestazione. Sì, deve diventare un po’ più italiano…Antonio ha 28 anni, ha riconosciuto gli errori del passato e se vuole lasciare un segno, perché non dovrebbe essere pronto per una grande? Che immagine mi porto dietro di Italia-Serbia? Mi è rimasto un grande senso di impotenza e di frustrazione. C’erano tutti i presupposti per una notte di festa: famiglie con i bambini allo stadio, nessun coro contro…Poi, invece, hanno vinto ancora loro. L’unico modo per uscirne è fare in modo che le regole, a cominciare dalla Tessera del tifoso, vengano accettate. Spiegandole a fondo agli ultras per primi. Come vedo il campionato? l club capitolino (la Lazio n.d.r.) ha un allenatore di esperienza e di equilibrio. Tecnicamente c’è qualità e in più si avverte il desiderio dei giocatori di fare qualcosa di importante. Ma bisogna aspettare a dare giudizi, si in testa sia in coda, perché bastano davvero pochi punti per scalare o perdere posizioni. La Juve? E’ in grande crescita. Ma è una squadra che riflette la storia di Del Neri: nel tempo ha sempre saputo dare una fisionomia alle sue formazioni.”