Calciomercato Juventus: alla fine Exor disse no
Undici entrate, tredici uscite. Tutto fatto tra giugno e ieri, con l’ultima operazione perfezionata da Beppe Marotta in dirittura d’arrivo, il prestito di Leandro Rinaudo dal Napoli. Amen. La rifondazione della Juventus non è stata solo una chiacchiera estiva ma si è sviluppata lungo una serie di trattative delicate che hanno portato a una prima tranche di affari durante il Mondiale sudafricano, in maniera da poter consegnare nelle mani del nuovo allenatore una squadra competitiva per i preliminari di Europa League, e una seconda dopo la metà di agosto, con gli affari più spessi. La proprietà ha speso abbastanza senza però sconfinare dal perimetro del budget prestabilito in Exor, che è la cassaforte di Famiglia: ecco la ragione delle tante formule di prestito e di dolorose rinunce, per salvaguardare il prossimo bilancio, scippato degli introiti di Champions League.\r\n\r\nADDII – Marotta è stato molto bravo a vendere. In fondo, dei giocatori ritenuti fuori da qualsiasi progetto bianconero, sono rimasti solo Hasan Salihamidzic e Fabio Grosso, quest’ultimo in predicato fino a poche ore prima della chiusure delle trattive di passare al Milan. Nel valzer degli addii se ne sono andati Mauro Camoranesi e David Trezeguet, Jonathan Zebina e Christian Poulsen, Sebastian Giovinco e Tiago, i ragazzini terribili Ekdal, Immobile e Marrone, non sono stati riscattati Antonio Candreva e Martin Caceres, ha salutato Fabio Cannavaro. E poi Diego, venduto per 16 milioni di euro (più bonus) al Wolfsburg. Tra intrioti e ingaggi risparmiati non è andata malissimo.\r\n\r\nCILIEGINA – Preso Fabio Quagliarella e “affittato” Alberto Aquilani dal Liverpool, ingaggiato il giovane Armand Traoré dall’Arsenal, i tifosi si attendevano che la dirigenza bianconera piazzasse sulla torta la famosa e rimasticatissima ciliegina. Doveva essere Edin Dzeko (c’era il sì del giocatore), poteva essere Marco Borriello (c’è stato il no del bomber), si è sognato per Giampaolo Pazzini (dichiarato incedibile dalla Samp): al netto di qualsiasi castello mercantile, il reparto offensivo ha perso Trezegol e acquistato Quagliarella, nella speranza che Vincenzo Iaquinta guarisca presto e Alessandro Del Piero regga.\r\n\r\nESTERNI – Il pallino di Gigi Del Neri erano gli esterni ed è stato accontentato: adesso tocca a lui trasformare un gruppo misto in una squadra di pallone. Di esterni ne sono arrivati sei: Marco Motta, Traoré di cui sopra, poi Simone Pepe e Davide Lanzafame, infine Jorge Martinez e Milos Krasic, pagati rispettivamente 12 e 15 milioni di euro. E’ per loro che la Juventus ha compiuto lo sforzo economico più consistente, nell’ottica di assecondare le richieste dell’allenatore. E saranno sempre loro a dover rifornire di traversoni dalle fasce Amauri e Iaquinta, le punte centrali, o in alternativa Quagliarella. E’ chiaro che in assenza di un regista puro, alla Pirlo tanto per intenderci, o di un trequartista geniale come Sneijder, o di un funambolo come Ronaldinho, la tipologia di gioco dei bianconeri sarà diversa: più britannica, in buona sostanza, in onore al 4-4-2 predicato da Del Neri. Il tecnico di Aquileia si trova a dover assembleare una formazione praticamente nuova in due settimane, consapevole che la sconfitta di Bari, per come è maturata, è stata un pugno nel viso della gente, smaniosa di buttarsi alle spalle l’ultima, rovinosa stagione. Volare di fantasia con Rinaudo – Nicolas Burdisso ha declinato l’invito a nozze, come Borriello e Totò Di Natale – è oggettivamente complicato, a meno che il signor Gigi non indovini subito la formula giusta.\r\n\r\nCredits: TuttoSport\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it