Trasferimenti Motta e Milito: guai in vista per Moratti e Preziosi
Il prossimo 17 giugno saranno giudicati i Menarini (proprietari del Bologna) e il DS dell’Arezzo, Ceravolo, per i rapporti conviviali intrattenuti con lo squalificato (seppur non più tesserato FIGC) Luciano Moggi. E allora per una sorta di par condicio il procuratore Palazzi ha deferito in queste ore con l’invio della chiamata in udienza di Massimo Moratti ed Enrico Preziosi, con Inter e Genoa per responsabilità diretta, per la famigerata vicenda della cessione di Motta e Milito (ma anche di pezzi di Bonucci, Acquafresca, Viviano) il 21 maggio del 2009.\r\nSì, perché è vietato trattare con il Preziosi, «inibito in via definitiva» direttamente, come da lui candidamente ammesso su vari organi di stampa (ma anche agli uomini della Procura federale quando interrogarono i due l’estate scorsa) proprio dal presidente genoano inibito per cinque anni con richiesta di preclusione (la stessa che incombe su Moggi e Giraudo, per intenderci). L’articolo 10 del codice di giustizia concepito nel post Calciopoli vide anche l’ex DS della Juve, Secco, squalificato per un mese per aver trattato Criscito con lo stesso Preziosi, poiché vieta i rapporti e i contatti d’affari con i paria della squalifica. Non solo, addirittura, pregiudica gli effetti di quei contratti sottoscritti tra un presidente nel pieno delle sue funzioni (Moratti, in questo caso) e uno che non può partecipare alle trattative (Preziosi, nell’estate del 2009).\r\nI contratti di Motta e Milito, dunque, sarebbero nulli. Preziosi avrebbe, secondo le indiscrezioni, confermato a Palazzi. «Abbiamo trovato l’ accordo per la cessione di Milito e Thiago Motta all’ Inter. Ci siamo privati di due pedine importanti. Mi sono incontrato a colazione con il presidente Moratti e abbiamo raggiunto l’accordo», disse dopo l’incontro al Palazzo Saras, Preziosi. Ma l’articolo 10 del codice recita al secondo capoverso: «È fatto divieto, nello svolgimento di attività (di compravendita, ndr), di avvalersi di soggetti non autorizzati e di avere comunque contatti con tesserati inibiti o squalificati. In questi casi gli atti, anche se conclusi, sono privi di effetto».\r\nIn soccorso di Genoa, Inter (deferite anch’esse nel procedimento numero 8430/139 firmato da Palazzi il 31 maggio scorso) verrebbero i pronunciamenti della Commissione tesseramenti: per i dilettanti l’articolo 10 provoca tutti gli effetti anche ex tunc, quindi partite perse per irregolare posizione del tesserato con cessione nulla; per i pro invece (da sentenza Giacomo Galli 2002) gli effetti sono ex nunc, ovvero la nullità degli atti sarebbe non già da quando Preziosi incautamente rivela l’accordo con Moratti, ma dalla sentenza sportiva cioè da adesso. Squalifiche in vista, comunque.\r\n\r\n(Credits: Tuttosport)