Giampiero Mughini: “Tra juventini e interisti amore impossibile”
È stata un’annata di calcio intensissima, e per giunta ci aspetta il Mundial. Strepitosa la “tripleta”di un’Inter che il suo geniale allenatore ha trasformato in una macchina da guerra di spietata efficacia, e sono degli analfabeti quelli che parlano di “catenaccio” a proposito di una squadra che allinea Eto, Milito, Pandev e Sneijder. Analfabeti quanto quelli che tacciavano di “catenacciaro” il Trap juventino che lì davanti aveva Platini, Boniek, PaoloRossi, Bettega e Tardelli.\r\nApplausi alla Roma di Claudio Ranieri, che ha speso un quinto dell’Inter ed è arrivata a soli due punti dallo squadrone milanese.Un saluto commosso a due protagonisti che commentavano il calcio a farci sorridere, RaimondoVianello e Maurizio Mosca, di cui ancoranon micapacito che non lo incontrerò mai più in uno studio televisivo intabarrato in una giacca pesante e relativo gilet anche quando era estate. E quanto a\r\nCalciopoli/Farsopoli ci stiamo avvicinando a una verità molto lontana da quella delle indagini a senso unico dell’estate 2006, ed è uno spettacolo ignobile quello di sentire adesso i responsabili dell’assegnazione dello scudetto all’Inter dire tutti che per loro quello scudetto non andava assegnato. Lo dicono oggi. Nel 2006 lo assegnarono e per giunta l’Inter lo acchiappò a volo, senza reputare che quello scudetto piazzato in bacheca infetta i grandi trofei da loro conquistati sul campo. L’ultimo la Coppa “con le orecchie” vinta a Madrid.\r\nVado subito al sodo. Sabato sera non ho tifato un solo minuto per l’Inter, ma neppure un minuto ho tifato contro l’Inter. Il “gufare” contro una squadra italiana che non è la tua lo trovo un atteggiamento da mentecatti. Al vedere i gol di Diego Milito sono andato in estasi, e del resto lo avevo fatto tutto l’anno innanzi ai capolavori calcistici di un tale prodigioso giocatore. Mi viene da ridere (o forse da piangere) a pensare che l’autunno scorso scrivevano tutti che la Juve aveva accorciato il gap che la distanziava dall’Inter, la Juve che aveva preso Diego e l’Inter che aveva preso Milito, Lucio, Sneijder. Eccome se lo aveva accorciato, tanto da guadagnare un meritatissimo settimo posto. Grandissima Inter, onore ai suoi trionfi, anche se dirla “squadra italiana” e specchio del calcio italiano è davvero dire troppo. A parte i milioni del presidente Moratti, di italiano nella finale diChampions c’è stata solo l’esibizione di Materazzi, che a me sta simpatico e che credo sia un bravo ragazzo, ma che quanto a smargiassate e stupidaggini in campo e ai bordi del campo non ha eguali. Che poi da quella smargiassata abbia tratto origine la tragedia di Torino, dove un tifoso juventino è stato accoltellato per avere fatto dell’ironia sulla “non italianità” della squadre nerzzurra, lì non ci sono parole. E con tutto questo dissento dai miei amici di un sito juventino che attribuiscono la tragedia ai “tifosi interisti” in quanto tali. C’era solo che un pazzo e un subumano s’è messo a tirare di coltello in un bar di Torino. I tifosi interisti in quanto tali non c’entrano nulla. Di subumani ce n’è dappertutto, e purtroppo vanno crescendo.\r\nUn altro mio amico, Giuseppe Pollicelli (uno juventino strenuo e informatissimo), ha scritto sul web un articolo in cui propone agli interisti una sorta di “riconciliazione”. Una “riconciliazione” da cui purtroppo siamo molto lontani. Per quanto mi riguarda ho al mio attivo l’avere dedicato un libro alla memoria dell’avvocato Giuseppe Prisco, l’avere scritto che se dipendesse da me andrei personalmente a cucire uno scudetto sulla maglia di Gigi Simoni (lo sfortunato mister dell’anno in cui Ronaldo e Iuliano cozzarono in area juventina al modo di due Tir), l’avere esaltato fin dal primo giorno la magnifica Inter dell’ultima stagione. Ho detto di recente che la squadra diMourinhohainnovato il dizionario della lingua italiana, e questo perché eravamo soliti indicare con il termine “Grande Inter” la squadra di Mariolino Corso e Luisito Suarez. Adesso dobbiamo trovare un nuovo termine a differenziare le due squadre grandissime, l’Inter del 1963-1965 e quella della stagione ultima. Le poche volte che in uno studio televisivo mi sono trovato di fronte (seppure a distanza) il presidente Moratti, sempre gli ho detto quanto avessi ammirato la squadra forgiata da suo padre e che mi aspettavo che lui facesse altrettanto con una delle tante formazioni juventine vittoriose nella storia del calcio italiano. Per adesso nella mia attesa sono andato deluso. Tutto al contrario. Quando un giornalista di Sky ha chiesto a Moratti, a finale di Champions conclusa, se questa vittoria lo risarciva del tempo in cui lui spendeva un bel po’di soldi ma i risultati non venivano, Moratti ha replicato stizzito che i risultati non venivano perché c’era all’opera una gang che in questo momento viene processata a Napoli. Detto altrimenti, se per una ventina d’anni l’Inter conquistava un ottavo posto, un quinto posto e un paio di volte un secondo posto, tutto questo era dovuto alle menti criminali di LucianoMoggi e compagnia. Se la Juve di Zidane batteva l’Inter di Recoba, tutto questo era cronaca nera e non un match di football. Non faccio commenti, perché non sarebbero eleganti. Torno a dire: onore alla “tripleta” dell’Inter. Naturalmente spero che nel prossimo futuro non mi costi così tanto essere elegante. Spero di non trovarmi di fronte tifosi interisti alla maniera di quello che mi ha scritto che non è vero niente che nell’Inter di italiani non ce n’è nemmeno l’ombra, a cominciare da Milito che è italiano. Spero di non trovarmi di fronte qualche tifoso interista che sostenga che solo dei “barboni”possono sostenere che quanto a telefonare ai designatori, i dirigenti dell’Inter lo facevano vigorosamente. E quanto al prossimo Mundial, ahimé nonmi aspetto molto dagli azzurri. Nelle gerarchie calcistiche mondiali siamo oggi da decimo o dodicesimo posto, e non potrebbe essere altrimenti dato che nella squadra più forte d’Italia di italiani c’è solo il massaggiatore. E comunque, forza Italia, forza Lippi!\r\n\r\n(Di Giampiero Mughini per ‘Libero’)