Una famiglia collusa con la mafia: 13 anni di condanna | Confisca milionaria per l’ex Juventus
Clamoroso, arriva la confisca milionaria per l’ex Juventus accusato insieme alla sua famiglia di collusione. La nuova sentenza della Cassazione.
Fa sempre scalpore quando un calciatore finisce nei guai con la giustizia. D’altronde parliamo di una categoria che per la maggior parte dei tifosi non può mai permettersi passi falsi in virtù del privilegio che hanno di riuscire a guadagnare stipendi altissimi grazie alla loro passione.
Un pensiero comune, che ci porta però fin troppo spesso a disumanizzare i giocatori chiedendo loro la perfezione, quando sono persone come noi, con debolezze e difetti.
Lo ha spiegato bene nei mesi scorsi il calciatore della Fiorentina Gosens, laureato in psicologia, che in un’intervista concessa a Cronache di Spogliatoio ha raccontato quanto sia inutile pensare che la vita di un calciatore sia tutta rose e fiore, quando molti spesso devono combattere come tutti noi con i mali della loro anima.
In questi giorni ad esempio, in un caso che ha attirato l’attenzione di tutto il mondo, si sta svolgendo il processo che vede imputato Dani Alves con l’accusa di stupro sessuale. In Italia invece, lo scorso anno è esploso lo scandalo scommesse.
I problemi con la giustizia dei calciatori di Serie A
Nessuno si aspettava che due calciatori giovani e talentuosi come Fagioli e Tonali potessero finire nel vertice della ludopatia, arrivando a scommettere su piattaforme illegali. Molto più oscuro invece il caso di Miccoli, che alcuni anni fa è stato condannato in via definitiva per esser stato identificato come il mandante dell’estorsione aggravata da metodo mafioso.
E anche lì, molti si sono chiesti cosa abbia spinto un calciatore che aveva tutto dalla vita, a finire in certi giri di amicizie così poco limpidi. Nei mesi scorsi, è arrivata una confisca milionaria che coinvolge un ex calciatore della Juventus e della nazionale italiana, che sta facendo molto discutere nel nostro paese.
L’ex bianconero travolto dalla scandalo: lui e la sua famiglia accusati di collusione
Vincenzo Iaquinta, che a Giugno in Cassazione ha ottenuto un’importante vittoria evitando che i suoi beni siano confiscato, è finito coinvolto, poco dopo la fine della sua carriera, nel processo chiamato “Aemilia” il più grande che si è mai tenuto nel Nord Italia contro la ‘ndrangheta.
Per i giudici, lui e il padre detenevano delle armi illegali ed è questo il reato che è stato sempre contestato all’ex Juventus, a cui si aggiunge una presunta convivenza con una famiglia mafiosa del luogo.