Chiellini: “Superlega? Sarebbe il massimo giocare sempre contro le big”
Giorgio Chiellini ha parlato a So Foot del ruolo del difensore, ma anche del futuro del calcio, promuovendo la Superlega
Giorgio Chiellini dice sì alla Superlega. Il capitano della Juventus, intervistato da So Foot, ha toccato diversi argomenti, tra i quali appunto il futuro del prodotto calcio in un momento di crisi in cui l’emergenza Covid sta fiaccando i bilanci anche di società importanti a livello internazionale. “La Superlega? Cinque anni fa – racconta – avevo detto ad Agnelli che speravo un giorno di giocatore ogni settimana contro avversari come Barcellona, Real Madrid, Psg, Bayern Monaco e tutte le altre big d’Europa. Per un giocatore di alto livello è il massimo, spero di assistere a cambiamenti importanti, magari con un nuovo format della Champions. Il prodotto calcio va migliorato, a causa del Covid stiamo attraversando un momento delicato nel quale l’incertezza ha preso il posto della crescita”.
Chiellini: “Che adrenalina quando salvo un gol”
Spesso lo si vede esultare per la vittoria di un contrasto o il salvataggio di un gol, Chiellini spiega perché queste cose gli danno più emozioni di una rete segnata. “Sono contento quando vinco un duello con un avversario, e quando blocco un tiro o salvo un gol sento una scarica di adrenalina. È una sensazione diversa rispetto al gol – prosegue – ma i salvataggi nei big match li sento ancora miei. Il gol segnato nei quarti di Champions contro il Barcellona mi ha dato meno emozioni rispetto ad aver impedito a Kane di segnare all’89’ nella gara col Tottenham. Era una gara molto combattuta alla fine della quale c’è stato un bell’abbraccio tra me, Buffon e Barzagli”.
Difensore vecchio stampo, come se ne vedono pochi ormai in giro, Chiellini spiega quale sia il segreto per diventare grandi, anche senza avere grandissimi mezzi tecnici. “Per vincere i duelli con gli attaccanti, se sei un giocatore ‘normale’ come me e Barzagli, devi essere pessimista e prevedere il peggio. Andrea era un ottimo difensore, ma non abbiamo le qualità che possono avere Sergio Ramos o van Dijk. È come se avessi uno sdoppiamento della personalità: timido e riservato fuori dal campo, ma disposto a tutto per vincere quando gioco. Ritirarmi in uno stadio vuoto? Senza tifosi non è calcio – conclude – perché ci mancano le emozioni, ma purtroppo dobbiamo adattarci”.