Sarri-Juventus: la strada per la rescissione è in salita

La trattativa per la rescissione tra Maurizio Sarri e la Juventus prosegue ad oltranza. Lo scrive oggi Tuttosport, anche se con il passare dei giorni e delle settimane, le probabilità che si arrivi ad una soluzione vanno inevitabilmente a diminuire. Esonerato ad agosto con un contratto in essere fino al giugno del 2022, Sarri costa alla Juve i 5 milioni netti di ingaggio della stagione 2020-2021 (10 circa lordi) più 2,5 milioni netti di penale per non aver esercitato la clausola per il rinnovo automatico per una terza stagione.

Sarri-Juventus: cosa serve per la rescissione

Un salasso che al lordo supera i 14 milioni dell’esonero di Massimiliano Allegri con un anno di anticipo, perché c’è da fare i conti anche con i costi del corposo staff portato a Torino dall’ex tecnico di Napoli e Chelsea. Secondo quanto riferisce il quotidiano sportivo torinese, i legali della Vecchia Signora stanno cercando di eliminare i 2,5 milioni di euro della clausola e di spalmare su più anni i 5 milioni netti di ingaggio. La soluzione ideale sarebbe l’inserimento di un altro club, ma al momento tutto tace. Secondo quanto riportato dalle cronache giornalistiche delle scorse settimane, ci avrebbe provato la Fiorentina, ma Sarri pare abbia detto no e i viola sono stati costretti a ripiegare su Cesare Prandelli.

No alla Fiorentina, Sarri vuole un top club

Secondo le ultime news, ora si attende una nuova offerta, ma dopo aver allenato Chelsea e Juventus, Sarri non accetterà squadre che non lottano per obiettivi prestigiosi. Il tecnico, che rimane nella sua Figline Valdarno, è convinto di aver alzato l’asticella e aspetta una chiamata da un top club. Chiamata che fin qui non è arrivata, perché le panchine delle società più prestigiose sono al momento ben salde. Insomma, come l’anno scorso, la Juve è destinata a pagare due allenatori, di cui uno per starsene comodamente a casa. Qualcosa indubbiamente si è sbagliato dalle parti della Continassa negli ultimi due anni.