Juventus-Sampdoria: Andrea Pirlo all’esame Claudio Ranieri
Juventus-Sampdoria, le trame tattiche della partita: Andrea Pirlo all’esame Claudio Ranieri, tecnico molto più esperto
Ora è giunto il momento di fare sul serio. Adesso è il tempo del calcio che conta, quello dei tre punti in palio. Domenica 20 settembre, alle 20:45, la nuova Juventus di Andrea Pirlo calcherà il manto erboso dell’Allianz Stadium di Torino in cui affronterà la Sampdoria guidata da Claudio Ranieri. Alle prese con le assenze certe di Alex Sandro, Bernardeschi, de Ligt, Dybala, mister Pirlo potrebbe disegnare un 3-5-2 formato da: Szczęsny; Danilo, Bonucci, Chiellini; Cuadrado, Ramsey, Bentancur, Rabiot, Luca Pellegrini; Kulusevski, Ronaldo. L’esperto tecnico Ranieri, depauperato dagli indisponibili Askildsen e Gabbiadini, dovrebbe varare un canonico 4-4-2 composto da: Audero; Bereszyński, Yoshida, Colley, Augello; Depaoli (Verre), Thorsby, Ekdal, Jankto; Bonazzoli (Ramírez), Quagliarella.
Juventus-Sampdoria: la lettura tattica
Uno dei dettami della nuova Juve targata Andrea Pirlo è quello di puntare dritto sull’uscita da dietro, con l’intento di sviluppare il gioco, a velocità sostenuta, sia in ampiezza che sfruttando il cono centrale, anche in modo tale da favorire gli inserimenti a rimorchio negli ultimi 15-20 metri da parte delle mezze ali. Altra peculiarità tattica nella fase di possesso è quella della ricerca costante dei cambi di fronte per tentare di attaccare il lato debole degli avversari. Invece, per quanto concerne la fase di non possesso, l’obiettivo primario è quello di alzare il baricentro il più possibile in maniera tale da effettuare un pressing ultraoffensivo volto a soffocare immediatamente la costruzione dal basso dell’avversario, mentre nelle transizioni negative si va all-in sulla riaggressione finalizzata alla riconquista rapida del pallone per consentire di avviare in modo repentino la transizione positiva.
La Samp, in fase di possesso, è una formazione molto abile nella spinta continuativa dei due esterni bassi, sempre chiamati ad alimentare la manovra offensiva. La squadra di Ranieri, in moltissime circostanze, rinuncia a costruire dal basso, poiché predilige l’attacco diretto. Le poche volte in cui la Sampdoria esce da dietro si appoggia subito sui terzini per affidarsi all’ampiezza e alle sovrapposizioni esterne. Un’altra caratteristica tattica è l’inserimento senza palla, a fari spenti, dei due interni di centrocampo, brillanti nel muoversi tra le linee. Per quanto riguarda le transizioni positive l’imperativo è il consolidamento del possesso palla, per poi aspettare le sovrapposizioni degli esterni e il rimorchio dei centrocampisti. Nelle transizioni negative, invece, la consegna è quella della riaggressione tesa al recupero in fretta e furia del possesso della sfera, ma la soluzione alternativa è abbassarsi con dieci uomini dietro la linea della palla per compattarsi e creare densità. In fase di non possesso non è solito un pressing altissimo, piuttosto l’indicazione è chiudere tutte le linee di passaggio, soprattutto nel cono centrale, e fare densità in mezzo al campo.
Fra lo scetticismo di alcuni e l’entusiasmo di altri, la Vecchia Signora guidata da Pirlo avrà il dovere di partire con il piede giusto, di centrare tre punti per presentarsi con un ottimo biglietto da visita. Il Maestro, dalla panchina, è pronto a dirigere la sua orchestra, in attesa del (primo) grande acuto subito dopo il triplice fischio.