Rosa più snella e senza scontenti: così la Juventus ha accontentato Sarri
La Juventus ha abbassato il monte ingaggi, Sarri ha una rosa più leggera e senza giocatori scontenti, così è più facile lavorare (emergenze permettendo)
Con le ultime due cessioni di Emre Can e Pjaca e al netto di qualche eventuale acquisto in extremis e di cui al momento non v’è sentore, la Juventus ha accontentato Maurizio Sarri in questo mercato di gennaio. Già in estate il tecnico bianconero si era lamentato per la presenza di troppi giocatori fuori lista Champions (allora erano 6, ridottisi a poi a 4), perché tradizionalmente Sarri non ha mai amato le rose lunghe. Durante la sua esperienza al Napoli gli è sempre stato rinfacciato di utilizzare sempre gli stessi giocatori, senza mai far rifiatare soprattutto i big della rosa. Alla Juve è cambiato leggermente qualcosa, ma solo perché rispetto alle altre squadre che ha allenato, a Torino si giocano inevitabilmente più partite.
Era l’11 Agosto quando #Sarri lanciava l’allarme,siamo al 28 Agosto e ancora i 6 esuberi sono alla Continassa..@capuanogio su questa situazione non hai da twittare?Nessun pensiero? Il lavoro di #Paratici come lo valutiamo? pic.twitter.com/0JOX9P9K59
— Alessandro (@MisterAlex90) August 28, 2019
Basti pensare, ad esempio, al modesto impiego di Rugani, che ha trovato spazio solo nelle ultime settimane ed esclusivamente in coppa Italia, nonostante i centrali a disposizione siano solo tre per via dei gravi infortuni occorsi a Chiellini e Demiral. Insomma, la sessione di gennaio è servita alla dirigenza della Juventus per snellire la rosa e liberarsi al contempo di ingaggi pesantissimi. Perin era già considerato fuori dal progetto in estate visto il rientro di Buffon, per Pjaca si attendeva solamente il pieno recupero dalla seconda rottura del crociato per piazzarlo, mentre Mandzukic ed Emre Can sono stati bocciati nel giro di poche ore dallo sbarco di Sarri al JTC della Continassa.
I casi Mandzukic ed Emre Can
Il croato è finito addirittura fuori rosa ad allenarsi con un preparatore personale, nonostante nei quattro anni precedenti fosse stato sempre un professionista impeccabile e un leader del gruppo. Con Emre Can è stato giallo sin dal 31 agosto, quando il tedesco ha rifiutato un’offerta last minute del Paris Saint Germain per ritrovarsi 24 ore dopo fuori dalla lista Uefa. Chiamato in causa pochissime volte, l’ex Liverpool è parso svogliato e fuori forma (difficile essere al top psico-fisico senza giocare mai), tanto da esternare tutto il suo disagio ogni volta in cui è tornato in patria. La situazione è precipitata a gennaio, quando Can sperava di trovare maggiore spazio, invece non ha giocato nemmeno in Coppa Italia.
Sarri fiducioso nel centrocampo
Sarri ha fatto scelte ben precise e con i centrocampisti a disposizione si sente più che coperto, anche considerato che Bernardeschi sta lavorando ormai da settimane per giocare stabilmente in un nuovo ruolo e Khedira sta per rientrare. Se fosse rimasto, Emre Can non avrebbe avuto chance di giocare in campionato né di essere inserito in lista Uefa, perché Sarri considera proprio il suo connazionale “il migliore in assoluto nella rosa per gli inserimenti”.
In definitiva, le esigenze della società si sono sposate in pieno con quelle dell’allenatore, calatosi perfettamente nella nuova realtà aziendale sin dal primo momento. Con le operazioni di gennaio, la Juve ha abbassato il monte ingaggi e messo da parte un tesoretto in chiave estiva. Sarri invece ha una rosa più snella, senza scontenti e con meno difficoltà nello scegliere gli 11 da mandare in campo. Le emergenze, evidentemente, sono state ben calcolate. O no?