Agnelli: “Gruppi ultrà pericolosi, costretti ad aderire alle loro richieste”
La deposizione di Andrea Agnelli in Questura a febbraio 2018: così ha denunciato violenze e ricatti da parte dei gruppi ultrà
Lo scorso 14 febbraio, il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, si è presentato in Questura ed ha deposto come persona informata sui fatti davanti al Pubblico Ministero di Torino Chiara Maina e davanti ad una rappresentanza della Digos. Il numero uno del club bianconero ha detto tutto ciò che sapeva sul mondo ultrà ed ha raccontato come avvenivano i ricatti nei confronti della Juve. È grazie alla sua denuncia e anche alla sua deposizione, che sono arrivati i 12 arresti e le decine di indagati dell’inchiesta Last Banner.
“In curva si entra a proprio rischio e pericolo, particolarmente nel settore centrale – l’ammissione di Agnelli nelle parole riportate dal Corriere della Sera – . Non saranno tutti delinquenti i tifosi della curva, ma certamente ci sono una serie di capi ultrà che hanno potenzialità delinquenziali: Toia, Grancini, Mocciola”. Il riferimento è ai referenti dei gruppi denominati Drughi e Viking. Insomma, il presidente della Juventus non ha paura a fare i nomi di coloro i quali lo hanno costretto a sporgere denuncia per spezzare la catena. “Nel 2018, alla luce degli eventi – continua Agnelli – , vista l’evoluzione della situazione e in ragione della collaborazione che abbiamo sempre avuto con la polizia di Stato, abbiamo deciso in perfetto accordo con i miei collaboratori di presentare denuncia. Perché? Per lasciare prova scritta, cosa che fino al 2016 non era mai successo”.
Agnelli: “Dal 2018 mai più rapporti con gli ultrà”
Per tanti anni, dunque, la Juventus è stata costretta a regalie nei confronti dei gruppi ultrà per evitare ritorsioni: la società regalava biglietti e se non rispettava gli accordi, i tifosi organizzati la facevano pagare cara con comportamenti che portavano a sanzioni da parte degli organi sportivi. “Certamente io sono sempre stato consapevole che i gruppi ultrà, con una serie di comportamenti minacciosi e violenti, sono in grado di danneggiare e quindi ricattare la società. Talora con richieste anche non particolarmente violente – ricorda il numero uno della Continassa – , siamo stati costretti ad aderire alle medesime, sapendo delle possibili conseguenze negative come cori e altre condotte, che possono comportare squalifiche o chiusura della curva”.
Dopo la denuncia, Andrea Agnelli non ha avuto più contatti con il mondo ultrà, demandato al dirigente Alberto Pairetto, coadiuvato da Giuseppe Franzo, finito agli arresti qualche giorno fa. “Se Pairetto ha avuto rapporti diretti con questi gruppi non lo so, io non ho avuto rapporti con gli ultrà dall’inizio di questa vicenda, dal 2018. Conosco Franzo, lui non ha un ruolo formale, è un sounding border, in italiano lo definirei un consigliere. Ci si rivolge a lui – conclude – come esperto di curva”.