Leonetti: “Juventini che si lamentano di gioco e scelte di Allegri? Follia pura”
Franco Leonetti, esperto giornalista ben addentro alle questioni del mondo Juventus, snocciola i temi salienti relativi all’inizio di stagione bianconera
Nove punti in tre partite. L’avvio di stagione della Juventus è decisamente positivo. Quali sono i pregi e i difetti evidenziati dalla squadra di Massimiliano Allegri sino a questo momento?
«Pregi e difetti si impastano in questo primissimo inizio di stagione, è inevitabile. Punti di forza: la Juventus si allena con il gruppo al completo da nemmeno un mese (9 agosto), è bastato osservare le prime gare per capire che la squadra è in chiaro rodaggio e con una forma al 40%. CR7 (Cristiano Ronaldo, ndr) ancora a secco senza reti, ma nonostante ciò sono giunte tre vittorie su tre partite in campionato, con pesantissimi distacchi imprevedibili. Credo che neanche il miglior sensitivo al mondo avrebbe potuto prevedere, dopo sole tre giornate di Serie A, di trovare il Napoli a -3, Roma e Inter a -5, Lazio e Milan a -6, con i rossoneri con un match in meno, e un Sassuolo solitario al secondo posto in graduatoria. Nonostante il bottino pieno di punti, una parte di tifoseria bianconera protesta, si lamenta del gioco, delle scelte degli uomini, delle prestazioni. Qualcuno mette in dubbio pure Ronaldo. Significa essere giunti alla follia calcistica pura. Le parole di Allegri nella conferenza pre-Parma sono sintomatiche, un vero mantra da mandare a memoria: «molti guardano le partite, pochi le vedono». Per me è la frase dell’anno, e nasconde una verità splendente e reale. Chiaro che da questo gruppo tutti ci attendiamo grandissime cose, e dopo la sosta, la Juve ha la necessità di trovare una forma maggiore, servire meglio Cristiano Ronaldo, aumentare la velocità del giro palla, brillantezza, intesa e registrare alcuni meccanismi in difesa, anche perché da metà mese parte la vera stagione, con partite ogni tre giorni. Insomma, tempo al tempo, tutto arriverà. Ci vuole solo un briciolo di pazienza. Guai ad essere in piena forma ad inizio settembre».
La domanda è d’obbligo: a proposito di Cristiano Ronaldo, come giudichi il suo ambientamento nel campionato italiano fino a ora?
«A Ronaldo darei un 6,5 dopo le prime tre gare. A Verona, nella seconda frazione del match, è stato devastante e ha concluso cinque volte in porta non trovando il gol. Con la Lazio un solo squillo a rete, mentre con il Parma in leggera flessione. CR7 ha necessità di affinare il feeling con i compagni, farsi capire e instillare alla squadra i dettami per farsi servire al meglio in zona gol. La rete non deve essere un’ossessione, anche perché negli anni passati, al Real Madrid, ad inizio stagione, è rimasto con le polveri bagnate. Poi, quando ha cominciato a segnare, non si è più fermato. Ronaldo non deluderà, anzi, sarà il grande valore aggiunto di questa stagione bianconera. Anche lui, pur essendo un “extraterrestre”, ha bisogno, come tutti in gruppo, di tempo per trovare lo stato di forma migliore e sfoggiare il suo repertorio mozzafiato».
Dybala, per due match consecutivi, è stato lasciato in panchina da Allegri, che gli ha preferito Bernardeschi. Questo quando il tecnico labronico ha deciso di disegnare un 4-3-3 con Bernardeschi–Mandzukic–Cristiano Ronaldo lì davanti. L’argentino non è assolutamente un esterno alto puro, per cui credi che con questo assetto tattico si possa limitare sempre più il suo impiego dal primo minuto?
«Dybala, a Verona, all’esordio con il Chievo, a me non è assolutamente dispiaciuto. Si sono visti già importanti cenni d’intesa con Ronaldo, soprattutto sullo stretto e sui triangoli. Ovvio che su di lui pesano le due esclusioni successive. Il ragazzo ha inanellato il peggior avvio di stagione per presenze, minutaggio e reti, ma ha un’occasione incredibile in questa annata: crescere esponenzialmente e maturare definitivamente, con un salto di qualità di livello mondiale. E può farlo, ne ha tutte le doti. Allegri, nel post Parma, a tale domanda, ha risposto che «Paulo potrebbe giocare anche con un centrocampo a 3», in una sorta di 4-3-3 o 4-3-1-2. Vedremo prestissimo cosa accadrà. Dybala è una risorsa eccezionale per la Juventus, e va sfruttata al meglio in questa lunga stagione ricca di impegni. Saprà ritagliarsi il suo spazio vitale. È un giocatore indiscutibile a livello tecnico, ma ora deve crescere anche dal punto di vista della tenuta mentale».
Quanto a Emre Can, invece, come ti è sembrato il suo impatto nel centrocampo bianconero e, più in generale, in Serie A?
«Fermo da quattro mesi per i problemi alla schiena, è giunto a Torino con voglia, dedizione, impegno e abnegazione. Ha svolto tutta la preparazione estiva, piano piano sta entrando nella mentalità di un nuovo calcio e di nuovi compagni. Ha messo lo zampino in tutti e tre i match giocati, scendendo sempre in campo a partita iniziata e rivestendo ruoli differenti. Lui è il centrocampista perfetto per questa Juve: fisico imponente, grinta, duttilità, piedi buoni, ha solo la necessità di inserirsi perfettamente nei meccanismi di gioco, e poi sarà una pedina preziosa che scalerà le gerarchie nelle scelte di Mister Allegri».
Il 30 agosto, a Monte Carlo, sono stati effettuati i sorteggi di Champions League. La Juventus, inserita nel gruppo H, ha pescato Valencia, Manchester United e Young Boys. Dal tuo punto di vista, qual è il grado di difficoltà di questo girone?
«È un girone tosto, ma anche stimolante, che serve a mantenere alta la concentrazione dei bianconeri, viste le insidie che inglesi e spagnoli possono recare soprattutto in casa loro. La Juve è stata sorteggiata in un gruppo nettamente alla sua portata. Io, personalmente, volevo il Manchester United già dallo scorso anno, perché ritrovare Mourinho e Pogba crea un fascino ulteriore e una carica non indifferente, oltre al prestigio e alla tradizione di incontri tali. Non dimentichiamo che negli anni furenti di Lippi in Champions, spesso la Vecchia Signora pescò lo United. Insomma, potrebbe fungere da buon auspicio. Il Valencia è una compagine da prendere con le pinze, il Mestalla è uno stadio caliente, la squadra è infarcita di vecchie conoscenze italiche come gli ex interisti Murillo e Kondogbia, in porta c’è l’ex bianconero Neto, davanti ci sono giocatori di tutto rispetto come Batshuayi, Gameiro e Rodrigo. Dunque, bisognerà stare con gli occhi aperti, visto che i valenciani, nella scorsa stagione, hanno eliminato dalla corsa Champions interna squadre come Villareal e Siviglia. Mi attendo un girone da vera Juve, senza tentennamenti e con mentalità d’attacco, facendo pochi calcoli».