La prima Juve 2018-2019 produce tanto, ma in difesa balla
La Juve ha battuto il Chievo non senza difficoltà: numeri alla mano non c’è stata storia, ma la fase difensiva va registrata e in fretta
La Juve è tornata dal Bentegodi di Verona con tre punti, ottenuti al termine di una partita che non possiamo non definire sofferta, anche se i numeri parlano chiaro. Cristiano Ronaldo e soci hanno tirato in porta 23 volte (11 nello specchio) contro le 7 del Chievo. Altri dati importanti vengono forniti dal possesso palla – 74% contro 26% – e dai passaggi completati (616 contro i 215 dei clivensi), che confermano come la gara sia stata sostanzialmente in mano dei bianconeri per tutti i 95’ giocati, eppure il risultato è stato in bilico fino al 3’ di recupero. Attenzione, si tratta solo della prima di campionato, ma qualche indizio lo si può di certo trarre.
Il primo è che Massimiliano Allegri ha in mente una Juve chiaramente a trazione anteriore: lo conferma il centrocampo a due e il numero di elementi di qualità messi in campo tutti assieme. Nella prima parte di gara, subito dopo il gol di Khedira, è stato infatti un bel vedere, con il risultato che sarebbe potuto essere ben più ampio anche per via di un paio di decisioni arbitrali dubbie (rigori su Cuadrado e Cancelo non dati). Quando attacca con tutta la qualità di cui dispone in avanti (Dybala e Douglas Costa devono però essere più continui) e sulle fasce, la Juve è letteralmente devastante, ma inevitabilmente paga nella fase difensiva.
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— JuventusFC (@juventusfc) 19 agosto 2018
A questo proposito, il mix scelto ieri dal mister non è stato quello giusto, perché se appena gli avversari (modesti) superano la metà campo prendi gol, vuol dire che quando giocherai con squadre di pari livello, sarà letteralmente un terno al lotto. Una squadra che gioca a trazione anteriore e con due centrali di centrocampo ha bisogno di due stantuffi, che non sono il duo Pjanic-Khedira, più volte andati in difficoltà anche contro avversari alla portata nella passata stagione. In questo senso, Emre Can e Matuidi (senza dimenticare la freschezza di Bentancur) sembrano avere caratteristiche più consone allo schieramento utilizzato al Bentegodi.
A ciò si deve inevitabilmente aggiungere la linea difensiva composta ieri da 3 su 4 elementi poco inclini a difendere: Alex Sandro e Cancelo hanno confermato di essere molto bravi a spingere, ma molto meno a difendere. Il portoghese si è reso protagonista di un errore da scuola calcio, poiché non si mette mai giù un calciatore che punta verso la linea di fondo. Errore madornale anche di Bonucci, uno che, diciamoci la verità, in marcatura e nell’uno contro uno non è mai stato granché bravo. Come Stepinski, in passato si è perso spesso gli uomini anche su cross tagliati dalla trequarti, che 9 volte su 10 sono facile appannaggio di una difesa ben schierata. Il 34enne Chiellini da solo non può reggere l’impatto degli attacchi avversari, ragion per cui oltre a lavorare sui meccanismi, Allegri dovrà anche pensare ad una linea diversamente assortita con le alternative che rispondono ai nomi di De Sciglio, Barzagli, Rugani e Benatia (in attesa del rientro di Spinazzola).