Leonetti: “Stagione Juventus da 9 in pagella, Douglas Costa e Allegri top”
L’opinione di Franco Leonetti all’indomani della conquista del 7° scudetto consecutivo da parte della Juventus: mister Allegri artefice indiscutibile dell’ingresso nel “mito”
Franco Leonetti, brillante giornalista profondamente legato alle vicende di casa Juventus, esprime un suo giudizio sul settimo scudetto consecutivo e sulla quarta Coppa Italia di fila della Juve, tracciando un bilancio complessivo della stagione bianconera.
Due trofei in cinque giorni: prima la quarta Coppa Italia consecutiva vinta grazie al sonoro 4-0 rifilato al Milan nella cornice dell’”Olimpico” di Roma, poi il settimo scudetto di fila ottenuto aritmeticamente sempre nello stesso stadio, frutto di uno 0-0 con i giallorossi. Quali sono i veri segreti di un gruppo così vincente?
«Traguardi storici, epici, che entrano di diritto nella mitologia del calcio, risultati impareggiabili nel calcio moderno, è bene dirlo chiaramente. Il segreto del gruppo è la fame rinnovata, acuita da forti stimoli nel tentativo di prevalere sugli avversari ogni anno. Cercare di entrare in campo e vincere è stampigliato a fuoco nel DNA juventino, e questa squadra, in questi sette anni, è stata letteralmente cannibale in Italia, e negli ultimi quattro ha riacquisito un pedigree europeo al top. Tutto ciò è stato possibile grazie all’apporto strepitoso di un grandissimo allenatore come Massimiliano Allegri, che ha posato le basi sull’architrave portante fatto dai senatori, veri leader nello spronare i compagni nella buona e nella cattiva sorte. Un gruppo eccezionale in grado di rinnovarsi ad ogni nuova annata, nonostante cessioni eccellenti. Tutto parte da lì».
A tuo giudizio, quali sono state le tappe più significative di questa stagione?
«Per lo scudetto, sono quattro i momenti più significativi: la vittoria al “San Paolo” di Napoli con la rete magica del Pipita (Higuain, ndr), il gol incredibile di Dybala al novantatreesimo di Lazio–Juventus, a Roma, dove la sicumera e le certezze napoletane hanno subìto un duro colpo; il gol di Higuain a Milano contro l’Inter ha certificato che la Juve non molla mai ed era pronta a sprintare fino all’ultimo secondo per il titolo. Poi, il sigillo definitivo, l’entrata di Douglas Costa contro il Bologna all’”Allianz Stadium”, mentre la Juventus era sotto 0-1. Lui ha cambiato le sorti del match, vinto poi per 3-1, sancendo l’acuto finale verso il leggendario settimo scudetto consecutivo. Per quanto concerne la Coppa Italia, una finale vinta per 4-0 contro il Milan non si ricordava da decadi, ed è sintomatica dello strapotere juventino. Ma anche la stupefacente vittoria del “Santiago Bernabeu”, costata purtroppo l’eliminazione dalla Champions, ha mostrato una Juve in grado di giocarsela e vincere con tutti, anche tra le mura nemiche di uno stadio epico come il catino del Real Madrid».
Se dovessi associare il settimo tricolore consecutivo e la quarta Coppa Italia di fila a un nome di un calciatore bianconero, a chi li assoceresti?
«Ritengo che Douglas Costa sia stato il giocatore che ha fatto la differenza in buona parte della stagione bianconera. Bollato da alcuni tifosi, in estate, come scarto del Bayern Monaco, ha dimostrato di essere interprete di un’efficacia superiore, unitamente ad una velocità e percentuali di dribbling (riusciti) da fuoriclasse assoluto. Per me non è stata una sorpresa, visto che conoscevo a menadito il calciatore e, in tempi non sospetti, lo avevo indicato come giocatore incredibile che avrebbe elevato la qualità della Juve in maniera pazzesca. E così è stato».
A proposito di calciatori juventini, Barzagli e Chiellini vestiranno la maglia della Vecchia Signora anche la prossima stagione. Oltre a fungere da chioccia e a inculcare il DNA bianconero ai vari Caldara, Spinazzola e a tutti coloro che indosseranno la casacca della Juve dall’anno prossimo, credi che saranno ancora protagonisti assoluti sul rettangolo verde?
«Con il più che probabile abbondono al calcio di Buffon, il binomio Barzagli–Chiellini rimarrà l’ultimo baluardo dei senatori nello spogliatoio. Il loro ruolo sarà duplice: esempio e coscienza parlante del gruppo e prestazioni sportive da mettere sul prato verde. Mi attendo ancora tante partite di livello da parte loro, oltre all’importantissimo contributo di esperienza e saggezza da trasmettere ai nuovi arrivati e ai più giovani in rosa».
Analizzando la stagione della Juventus a 360 gradi, che voto le daresti?
«Il mio voto è altissimo, direi un 9 in pagella. Peccato per la Champions, ma visto il lavoro immane e di sovrastante spessore qualitativo della Società, sono certo che presto potrà giungere la coppa dalle grandi orecchie. In Italia la Juve è stata mastodontica e letale, e i risultati parlano chiaro. Questo gruppo, ormai, è nella leggenda non solo per i trofei sollevati, ma anche per i dati. Per il settimo anno consecutivo la difesa della Juventus è stata la meno battuta del campionato, senza contare il computo astronomico di differenza punti messa tra sé e le rivali storiche. Chiaro che qualcosa di meglio in alcuni match si poteva fare a livello di tenuta mentale e di concentrazione, penso a Ferrara e Crotone, ma anche nella brillantezza del gioco. Però, questi due aspetti devono servire come pungolo e motivazione per migliorare nella prossima stagione».
Il tanto dileggiato Massimiliano Allegri, purtroppo anche da una parte di tifoseria bianconera, ha contribuito in modo determinante alla conquista di un record stratosferico, che ha proiettato la Juve oltre la leggenda, come del resto hai sottolineato tu in precedenza. A prescindere da come andrà a finire, pensi che l’allenatore labronico meriti la riconferma?
«Allegri è l’allenatore perfetto per questa Juve, e ha dimostrato, innegabilmente, di avere una capacità di raggiungere obiettivi e risultati come nessun altro. Le cifre parlano apertamente in suo favore e sono ormai nella leggenda. Nessuno, in precedenza, ha fatto meglio di lui in quattro anni alla Juventus. Piaccia o non piaccia è oramai uno dei tre tecnici più vincenti nella ultracentenaria storia bianconera. E Massimiliano (Allegri, ndr) da Livorno ha ancora margini di miglioramento per portare la squadra sempre più in alto, soprattutto in Europa. La parte di tifoseria juventina che lo dileggia e non lo apprezza non può chiudere gli occhi davanti agli eccezionali traguardi raggiunti in questi quattro anni. Chi lo fa è palesemente in malafede. Lo attende un’impresa importante: tornare a vincere con una compagine che in estate cambierà pelle, lasciando partire sei/sette elementi e ne accoglierà altrettanti. Una nuova competizione per Allegri che, in tutti questi anni, ha saputo vincere anche con un organico privo di campioni come Vidal, Pogba, Pirlo, Tevez, Dani Alves, solo per citarne alcuni. Il Mister (Allegri, ndr) è una garanzia assoluta. E saprà reinventare una nuova Juve dalla prossima stagione».