Thuram: “La Juve deve dare fiducia a Ferrara
Lilian Thuram è sempre in prima linea nella lotta al razzismo. L’ex juventino ha appena pubblicato un libro nel quale descrive le vite dei personaggi di colore della storia e ieri ha presentato un appello e cento proposte per fare della Francia una repubblica multiculturale. Impegni che non gli impediscono di seguire con attenzione il suo ex club e il paese dove ha giocato per dieci anni ai massimi livelli.\r\n\r\nLa Juventus è in crisi e Ciro Ferrara in discussione. E’ giusto?\r\n«E’ tipico dell’Italia prendersela con l’allenatore quando la squadra perde qualche partita. Non penso sia il modo giusto\r\ndi affrontare la situazione».\r\n\r\nMa è lui l’uomo che ha gestito quella situazione.\r\n«Si, ma secondo me è una persona molto capace. Ha giocato per molto tempo nella Juventus e bisogna dargli fiducia, lasciarlo lavorare».\r\n\r\nDella Juve sono criticati anche alcuni acquisti milionari che non hanno il rendimento atteso. Anche la dirigenza ha colpe? \r\n«Non ho nessun dubbio sulle qualità di Jean Claude Blanc che finora ha fatto molto bene. Quel che non mi piace del\r\nvostro Paese è che, in caso di problemi, si punta sempre il dito contro chi ha poco a che vedere con il rendimento diretto della squadra».\r\n\r\nLa curva della Juventus è stata chiusa per i cori razzisti contro Mario Balotelli. Cosa ne pensa?\r\n«Trovo soprattutto strano dover leggere sui giornali dichiarazioni di personaggi del calcio italiano che negano l’esistenza del razzismo nel loro mondo. Queste persone non aiutano Balotelli, che così viene lasciato solo».\r\n\r\nSecondo lei, invece, il razzismo esiste nel calcio italiano?\r\n«Certo, lo provano i cori negli stadi contro i giocatori di colore. Mala verità è che è la stessa società italiana ad essere malata di razzismo. Per molti italiani è una novità vedere persone con un colore della pelle diverso dal loro. A Balotelli dicono che un nero non può essere italiano. Perché? Chi l’ha deciso? Non ci si può stupire poi di quello che accade a Rosarno».\r\n\r\nIn che senso?\r\n«Il ragionamento è sempre lo stesso, si pensa che una persona di colore sia inferiore. Questo è razzismo. Quindi spero\r\nveramente che si smetta di dire che il razzismo non esiste nel vostro calcio. Invece ci sarebbe davvero una cosa stupenda da fare per dare un segnale forte».\r\n\r\nQuale? \r\n«Che Balotelli giocasse per l’Italia al prossimo Mondiale in Sud Africa, che di per sé è già un simbolo del cambiamento possibile, come lo è stato l’elezione di Obama».\r\n\r\n(Intervista de La Gazzetta dello Sport)