39: la barbarie e l’idiozia
39 sulle spalle. 39 per riempirsi la bocca di aria putrescente. 39 come il numero dei morti dell’Heysel. Me la ricordo quella notte, ero bambino e in tv non aspettavamo altro. Poi arrivarono le immagini della violenza, il bilancio dei morti, l’appello dei capitani e, per finire, la partita: vera e surreale al tempo stesso con Platini che esulta dopo il goal su un rigore a dir poco generoso.\r\nAdesso che sono cresciuto la consapevolezza di quelle morti assurde mi fa ribrezzo come una strage in un mercato iracheno o le bombe della mafia in via dei Georgofili a Firenze.\r\n39 è un numero finito, una cifra concreta, la cifra dell’infamia non solo degli hooligans di allora ma ancor di più dei quei poveri imbecilli che credono di offendere la Juve e invece offendono il sentimento dei cari che piangono i loro morti.\r\nPerché quei morti, prima che essere bianconeri, erano persone innocenti che erano andate a festeggiare. Persone che volevano solo vedere una partita. Senza pensare agli idioti teppisti che li avrebbero spento.\r\nL’umana pietà imporrebbe ai codardi che intonano cori di scherno quantomeno il silenzio. Ma 39 non è la cifra della loro idiozia, no. Per quella non basta un numero finito e non basterebbe nemmeno una sanzione. Non c’è pena che basti per chi non ha il cuore per capirne il senso ma qualche provvedimento sarebbe ora di prenderlo.\r\nNon per la Juve. Per le famiglie di quelle persone che hanno chiuso gli occhi per sempre all’Heysel.\r\n\r\nDi Luca Falvo per Juvemania.it