La storia degli indossatori di scudetti altrui ha inizio il 9 marzo 1908 al ristorante “Orologio” di Milano dove 43 “dissidenti” del Milan si riuniscono per discutere di una normativa che impedisce alle squadre italiane di schierare atleti stranieri. Questa costola rossonera fonda una nuova società che viene chiamata “Internazionale” proprio per dimostrare la volontà di consentire ai calciatori di tutto il mondo di misurarsi nel nostro campionato. Due anni dopo la fondazione è già scudetto, ma le modalità con le quali viene conquistato lasciano alquanto perplessi. Nel 1910 il campionato vede ai nastri di partenza nove squadre che si sfidano con la formula del girone unico, in partite di andata e ritorno. Ad inizio aprile il torneo si conclude con questa classifica:
Pro Vercelli e Internazionale 25, Juventus 20, Torino 17, Genoa 15, U.S.Milanese 13, Milan e Andrea Doria 12, Ausonia 5
Vista la parità al termine delle sfide di campionato, il regolamento prevede lo spareggio, da giocarsi in gara singola sul terreno della formazione che abbia totalizzato il maggior numero di reti segnate. In questo caso la Pro Vercelli. Ma c’è un problema: la data fissata per l’incontro è il 24 aprile e, per quel giorno, i vercellesi devono rinunciare ad alcuni dei loro più importanti calciatori, impegnati con la nazionale militare. Al fine di riavere disponibili i propri tesserati, la Pro Vercelli chiede ufficialmente un cambio di data, ma la Figc rende noto che spetta all’Internazionale la decisione finale di un eventuale spostamento. La società nerazzurra respinge la richiesta e impone agli avversari di presentarsi nel giorno prestabilito. Sdegnata da una tale mancanza di sportività la Pro Vercelli schiera, in segno di protesta, la quarta squadra, una formazione giovanile composta principalmente da undicenni. L’Inter, nonostante l’evidente disparità di forze, non si tira indietro e gioca l’incontro: finisce 10-3 per i nerazzurri, che riescono anche a farsi infilare tre volte da una squadra composta da “atleti” poco più che bambini. Con queste modalità entrò in bacheca il primo scudetto nerazzurro.
(Credits: Ju29ro.com)