Zaccheroni: “La Juve deve superare le sue paure”

zaccheroniAlberto Zaccheroni, il neo tecnico bianconero è pronto al debutto sulla panchina della Vecchia Signora. Molto determinato, il romagnolo vuole che la nuova Juventus imponga il proprio gioco sempre e ovunque, qualunque sia l’avversario: “Mi aspetto che i giocatori si tolgano di dosso le paure. In una situazione del genere un allenatore, senza avere il precampionato a disposizione e la possibilita’ di conoscere il gruppo, e’ tentato di trasmettere tutto quello che si ha dentro e di creare ancora maggiore stress nei giocatori. Il mio obiettivo non e’ creare confusione, ma rimettere ordine “.\r\n\r\n“Sono arrivato da poco, ci sono stati subito mille impegni e poi mi sono buttato sul lavoro. Verificheremo le condizioni dei giocatori. La Lazio? Al momento mi sono concentrato piu’ sulla Juventus. Sfruttero’ il vantaggio di giocare di domenica sera e di avere un po’ piu’ di tempo per analizzare i pregi e i difetti dei nostri avversari, ma mi concentrero’ principalmente sugli uomini a mia disposizione. Noi abbiamo il dovere di fare la partita, sempre e comunque. I tifosi? Vanno conquistati. Sono io che dovro’ conquistarmi le loro simpatie, ma questo e’ legato al conquistare le simpatie dei miei giocatori e poi il resto verra’ a catena “.\r\n\r\n“La testa dei calciatori e’ il lato che conosco meno ed e’ quello piu’ complicato. Per questo ho iniziato con colloqui individuali con i ragazzi, a partire da Del Piero. L’obiettivo primario e’ riportare tutti i giocatori al loro rendimento medio, soltanto con la crescita individuale si arriva alla crescita collettiva”.\r\n\r\n“I brasiliani fanno gruppo a sè? L’importante è che mi diano compattezza in campo. Non è necessario che poi i giocatori si frequentino anche fuori dal terreno di gioco. Il rendimento di tutti i giocatori della Juve è sotto la loro media, il mio obiettivo è riportare individualmente la crescita media a quella delle stagioni precedenti. In questo modo anche il collettivo andrà meglio”.\r\n\r\n“Se mi sono sentito dimenticato in questo periodo di inattività? E’ una scelta che ho fatto ad inizio carriera. Io non ho indossato la tuta da allenatore perchè non avevo nient’altro da fare. La mia è una scelta di vita. So cosa vuol dire fare l’allenatore. Il calcio è il mio mondo anche se non ho mai giocato 300 partite da professionista. Ho sempre preferito intraprendere il percorso del non compromesso. Io non ho mai avuto un procuratore, mi sono sempre gestito da solo in tutto, a cominciare dai contratti. Non ho mai chiesto raccomandazioni. Ovviamente così facendo mi sono sentito libero – non avendo un procuratore in comune con un calciatore che magari poi devo far giocare per forza – ma allo stesso tempo mi sono visto chiudere delle porte in passato. Ho avuto la forza di non farmi condizionare mai dall’aspetto economico, ho incrociato le braccia e ho continuato a seguire da fuori il calcio fino a ieri. Sul piano della correttezza la Juventus sa che può stare tranquilla”.\r\n\r\n.