Vieri: “il mio stipendio lo pagava Telecom”. In nero…

vieri-sattaBobo Vieri, nel corso dell’udienza di ieri nella causa che lo vede opposto a Inter e Telecom per una presunta attività spionistica ai suoi danni ha anche spiegato quali erano, a suo dire, i termini del contratto che lo aveva vincolato dal 2002 alla società nerazzurra: il 70% sarebbe stato pagato dall’Inter, il 30% da Telecom per la quale il calciatore fece da testimonial per una campagna pubblicitaria (Alice ndr.). Questo, secondo Vieri, “per pagare meno tasse”. “Voglio precisare – ha spiegato Vieri nell’udienza di ieri – che quando fu rinnovato il mio contratto con l’Inter nel 2002, l’Inter mi disse che per pagare meno tasse mi avrebbe corrisposto solo una parte della cifra che avevamo pattuito, mentre un’altra parte me l’avrebbe fatta corrispondere da Telecom ed io avrei dovuto fare il testimonial per Telecom“.\r\n\r\nVieri ha specificato, rispondendo alle domande degli avvocati, che “per l’attività di testimonial sono stato pagato da Telecom; aggiungo che di questa questione io non ho mai parlato con nessuno di Telecom avendo parlato unicamente con il sig. Ghelfi dell’Inter e concordando con lui che circa il 70% della cifra che la squadra mi doveva pagare la pagasse l’Inter e il restante 30% la pagasse Telecom in virtù di un contratto da testimonial”.\r\nIl contratto con Telecom – ha concluso l’ormai ex calciatore – aveva l’importo di tre milioni di euro per la durata dei cinque anni del contratto con l’Inter. Ho effettivamente svolto l’attività di testimonial per Telecom. Non mi risulta la presenza di accordi scritti in merito alla suddivisione del mio compenso nel modo che ho descritto“.\r\nAnche la showgirl Melissa Satta, fidanzata di Vieri, ha testimoniato nel processo. “Prima dormiva regolarmente, ma dopo lo scandalo intercettazioni scoppiato sui giornali faticava a dormire di notte, penso per l’ansia e la preoccupazione e tuttora manifesta problemi di insonnia” – dichiara la Satta che aggiunge – “Era molto agitato e ‘sul chi va la’ e manifestava timore di essere seguito e ciò anche oggi, anche se in modo meno acuto…Ricordo che all’epoca parlammo anche di ingaggiare una guardia del corpo cosa che poi non facemmo”.\r\n\r\nCredits: ANSA\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it