Tra dieci giorni i deferimenti di Palazzi: Conte sereno ma per Tuttosport non la scamperà

L’atteggiamento è quello giusto. Ostenta a più riprese un sentimento di serenità Antonio Conte. Il tecnico juventino campione d’Italia è consapevole di non aver commesso nulla di male, ma è anche conscio, e in maniera lucida, che non è lui, in questo momento, ad essere padrone del proprio destino. Come sottolinea Guido Vaciago sulle colonne di “Tuttosport”, “l’incubo squalifica continua, in ogni caso, ad incombere”. I primi dubbi e le prime incertezze verranno sciolti fra una decina di giorni quando il procuratore federale emetterà i deferimenti in attesa del processo e delle sentenze previste per il mese di agosto. Sarà una tappa importante quella di fine luglio perché è in quell’occasione che Conte e i suoi legali capiranno che aria tira nella stanza dei bottoni. Ad oggi si nutre anche la speranza che il nome dell’allenatore salentino possa non comparire nella lista dei deferimenti. Tuttavia, come evidenziato da “Tuttosport”, “anche le indiscrezioni, raccolte dopo l’audizione della scorsa settimana, spingono a pensare che difficilmente il tecnico bianconero scamperà il deferimento. Il problema, infatti, è capire che tipo di deferimento”.\r\n\r\nAntonio Conte rischia infatti di vedersi addebitare due omesse denunce (per Novara-Siena e Albinoleffe-Siena), così come una sola (in questo caso sarebbe più la seconda partita della prima l’oggetto dell’accusa). E anche all’interno della violazione di omessa denuncia possono esserci diverse sfumature, che potrebbero già essere colte dal tono e dai modi con cui Palazzi motiverà l’eventuale deferimento. Dunque l’attesa durerà ancora una diecina di giorni. Oggi è difficile poter addivenire a qualsiasi tipo di conclusione. Si possono solo fare delle ipotesi. Una cosa però è certa: Conte durante l’audizione ha dimostrato di essere sicuro di sé, ha palesato convinzione nella ricostruzione dei fatti, raccontati in maniera fluida e precisa senza nessun tipo di tentennamento. Il nemico numero uno però per Conte si chiama Filippo Carobbio. La figura di quest’ultimo è centrale nell’inchiesta e per la Procura federale Carobbio rappresenta un teste chave. E qui si apre un discorso ancora di più largo respiro sul ruolo che svolge oggi la giustizia sportiva. Perché se per il Pm di Cremona Di Martino la posizione di Conte risulta penalmente irrilevante, così potrebbe non essere per il procuratore federale Palazzi. Insomma si tratta di aspettare altri dieci giorni e poi potremmo avere le prime schiarite in una vicenda che rischia di logorare ancora di più, e per l’ennesima volta ormai, l’estate (e non solo questa) del mondo pallonaro italiano.