C’era una caratteristica della prima Juve di Lippi che mi esaltava oltre ogni\r\nmisura: ogni minuto era buono per cambiare a proprio vantaggio le srti di una\r\npartita. Anche l’ultimo. Ieri Krasic, complice Muslera, me l’ha ricordata,\r\nsegnando il goal del 2-1 a pochi secondi dalla fine.\r\nL’analogia finisce lì, perché negli ultimi minuti la Juve di Del Neri sembrava\r\npiuttosto spenta e incapace di saltare la diga biancoceleste.\r\nPer fortuna uno che non è serio ma solo serbo ha tentato l’ultima percussione,\r\nè andato sul fondo e ha messo in mezzo.\r\nPer fortuna un altro che è un ottimo portiere, che poco prima aveva levato a\r\nDel Piero la gioia del goal, ha smanacciato in porta la palla che arrivava dal\r\nfondo.\r\nIl resto è esultanza bianconera e rimpianto biancoceleste.\r\nOnestamente la Lazio non meritava la sconfitta ma vincere così dà gioia e\r\nmorale alla squadra e ai tifosi.\r\nUltimo appunto: Platini quando calciava le punizioni sorprendeva le barriere\r\navversarie in tutti i modi possibili. La palla passava sotto i piedi degli\r\nsciagurati avversari, ai lati della barriera, la scavalcava inesorabilmente.\r\nOggi tutti mirano solo a scavalcarla. Non è una critica a qualcuno in\r\nparticolare: ieri il capitano ha tirato una punizione perfetta e solo Muslera\r\nha impedito che la palla si insaccasse in rete.\r\nPiù che altro è nostalgia di un tipo di soluzione che si fa beffe della\r\nbarriera in modo diverso ma non meno efficace. Chissà se un giorno rivedremo\r\nqualcuno far goal allo stesso modo.\r\n\r\nDi Luca Falvo per Juvemania.it