Sconcerti: “I tifosi bianconeri hanno paura che la vera Juve non torni più”

Dalle colonne del ‘Corriere della Sera’ il giornalista e commentatore ‘Sky’ Mario Sconcerti analizza il momento critico della Juventus, cercando di intepretare quello che è il sentimento dei supporter bianconeri dopo 5 anni di delusioni sportive (ma non solo). Secondo Sconcerti, all’interno della tifoseria bianconera serpeggia il timore che la Juventus non torni ai fasti del passato, almeno nel breve periodo. Ecco uno stralcio del suo intervento.\r\n

“C’è nella Juve attuale un’importanza della piazza che non si ricorda in nessuna epoca. Mi sembra questa la vera differenza tra tutte le Juventus precedenti e questa di Andrea Agnelli. È vero che la squadra non vince da 5 anni, ma è successo altre volte, anche per più anni, senza che ci fosse una sfiducia così evidente. La Juve anzi non ha mai avuto una vera piazza essendo la squadra di tutto il Paese. Per contestare serve un centro politico che la Juve non ha mai avuto. Adesso è nato per due motivi. Prima di tutto Internet. Sulla Rete tutto diventa centrale, anche pareri di gente lontanissima. La Juve prima era dovunque, quindi in nessun luogo. La Rete è ora il punto fisico che non c’è mai stato. L’altro motivo è la perdita di centralità della famiglia Agnelli. Per la prima volta ci sono ricchi più ricchi, per la prima volta è meno chiaro cosa sia la Fiat, quale sia il suo centro. In attesa che il tempo passi e faccia capire, il nuovo popolo telematico della Juve si porta avanti col lavoro contestando. Nessuno si era mai permesso di sfiorare nelle grida Gianni Agnelli o Umberto. Se adesso accade, non è per cattiveria. È per paura. La Juve ha costruito in 90 anni qualcosa di enorme il cui vuoto assorbirebbe da solo quasi la metà del calcio italiano. Sono convinto che alcune contestazioni mirate siano organizzate dall’esterno, ma in generale c’è in tutto il popolo la paura di non essere più la Juve. E se non sei la Juve, non sei nessun’altra cosa interessante. Confermo peraltro quello che ho scritto altre volte: la prima ragione della crisi attuale del calcio italiano risale al disfacimento goloso che è stato fatto della Juve 5 anni fa. Detto questo, serve che la Juve dialoghi e lotti con la sua gente avendo sempre una soluzione di riserva. Questa soluzione non può che essere Andrea Agnelli. Non si può correre il rischio che il numero uno diventi normale. Questo comporta meno interventi nazional-popolari, più distanza con la gente. Se parli molto, sei vulnerabile, aumenta proporzionalmente la possibilità di sbagliare. Per costruire una grande Juve è indispensabile capire l’importanza di salvaguardare il vertice. Salvarsi significa essere autorevoli, saper scegliere quando esserci, quando parlare e le poche cose da dire. Altrimenti bisogna rassegnarsi a un eterno referendum”.