Rivoluzione Juve: chi parte e chi resta

amauriLa mozione di responsabilità nei confronti dei giocatori fatta da Blanc all’atto dell’insediamento di Alberto Zaccheroni non era fine a se stessa. Da quel momento sono tutti sotto osservazione. Molto dipenderà dall’allenatore che verrà scelto, anche se l’utilità, però, non è l’unico parametro: i dirigenti tengono anche conto dell’anagrafe, della scadenza dei contratti, dei costi in rapporto al rendimento e soprattutto della professionalità mostrata in questo periodo particolare della storia bianconera. E poi c’è l’incognita della Champions League, senza la quale ci potrebbero essere dolorosi sacrifici.\r\nTra i confermati dovrebbe esserci una dozzina di elementi. Buffon, per esempio, con una Juve fuori dalla Champions resterebbe o la società troverebbe più conveniente venderlo? Su Chiellini, nonostante gli appetiti inglesi, non ci sono dubbi: è la colonna della difesa e il leader in pectore. Stesso discorso per Sissoko e Marchisio, elementi chiave del centrocampo e per i quali la carta d’identità parla a loro favore. Legrottaglie è più anziano, ma per ruolo e rendimento è uno di quelli che rimarranno. Lo stesso Poulsen si è guadagnato la conferma con la sua serietà. A meno che non rientri in qualche scambio, ipotesi valida anche per De Ceglie, Grygera e Salihamidzic. Quanto a Diego, nonostante le difficoltà incontrate in questa stagione la società intende difendere l’investimento, convinta del valore del giocatore, però sarà lui a doversi adattare alla Juve. Anche Iaquinta ha mercato, ma a Torino non intendono privarsi di un elemento tanto utile. Infine c’è Del Piero, che ha ancora un anno di contratto: a lui la scelta sul da farsi, ma l’impressione è che il capitano si adatterà al ruolo di leader più fuori che dentro il campo.\r\nNel limbo ci sono Caceres, che la Juve vorrebbe riscattare dal Barcellona ma a meno degli 11 milioni chiesti dai catalani, e Melo, il cui destino dipende dal progetto tattico del nuovo allenatore: in quel ruolo non ha senso confermarlo, ma con un altro modulo sì, evitando una pesante minusvalenza. Candreva è in una posizione simile a quella di Caceres, nel senso che la Juve deve scegliere se investire su di lui, ma anche trovargli la collocazione giusta. Giovinco, invece, deve decidere se perdere un altro anno per restare in una squadra che non ha dimostrato di credere davvero in lui.\r\nTutti gli altri sono a rischio, a cominciare da Amauri. Poi ci sono Zebina, Camoranesi e Trezeguet, tutti trentaduenni e tutti col contratto in scadenza nel 2011: se la Juve non intende prolungarli, questa è l’ultima occasione per racimolare qualche “spicciolo”. Quanto a Cannavaro, è improbabile che la società faccia valere l’opzione sul prossimo anno, mentre Grosso, l’altro grande flop stagionale, dovrebbe essere dirottato altrove. Come Paolucci e come Tiago e Molinaro, partiti con la convinzione di non tornare più a Torino.\r\n\r\n(Credits: Gazzetta dello Sport)