Pjanic: “Polemiche pesanti e tristi, qui non si molla un centimetro”

Su Tuttosport di oggi una lunga intervista a Miralem Pjanic, centrocampista bosniaco della Juventus, che racconta la sua prima stagione in bianconero

Miralem Pjanic, centrocampista bosniaco della Juventus, ha rilasciato oggi una lunga intervista a ‘Tuttosport’. L’ex romanista racconta cosa sia successo venerdì scorso, mentre a Nyon erano in corso i sorteggi dei quarti di finale di Champions League: “Eravamo tutti assieme durante il sorteggio – rivela – Qualcuno ha sorriso, altri non hanno avuto reazioni particolari. Si è capito perché la nostra partita è stata l’ultima sorteggiata: quando è uscito il Bayern per il Real era chiaro che noi avremmo affrontato il Barca. Abbiamo preso una delle favorite, ma noi quest’anno vogliamo provare a vincere la Champions. Penso che anche il Barca avrebbe preferito un altro avversario. Il 6 a 1 al PSG ha dimostrato la potenza del Barca, ma ci hanno messo del loro anche i parigini. Al Camp Nou non sarà facile, ma nemmeno per loro allo Stadium”.

Pjanic sta migliorando tanto da quando è alla Juve, anche perché continua a studiare i grandi campioni che lo hanno ispirato fin qui.

“Tra i giocatori del Barcellona ce n’era uno che mi ha ispirato: Xavi. Un campione assoluto. Ma il mio idolo rimane Zidane. Mi piaceva soprattutto il Real dei Galacticos, ma Zizou era un idolo – sottolinea – perché faceva sembrare facili le cose difficili: lui era il calcio. Qualche anno fa l’ho conosciuto ed è stato emozionante”.

La sosta per le nazionali è arrivata dopo un’altra vittoria, ma al ritorno ci sarà da affrontare due volte il Napoli e poi appunto il Barcellona.

“Napoli? Mi aspetto di giocare contro una squadra forte, che ha un calcio offensivo e divertente. Li rispettiamo molto ma andiamo lì per chiudere il campionato e passare il turno di Coppa Italia. Saranno due belle partita da giocare, il massimo per un calciatore”.

Sicuramente l’ambiente sarà molto ostile, per via delle polemiche arbitrali delle passate settimane.

“È pazzesco come ogni minimo dettaglio, se coinvolge la Juventus, venga ingrandito al massimo: è pesante. Ed è anche triste. Non vengono riconosciuti fino in fondo i risultati che stiamo ottenendo. Abbiamo vinto tante partite, stiamo dominando il campionato, abbiamo sempre giocato per vincere. Poi posso capire la rabbia di prendere un rigore al ’95, dopo essersi battuti per tutta la partita. Però il rigore c’è e quindi di cosa stiamo parlando? Anche a noi quest’anno sono stati negati dei gol validi e dei rigori che c’erano, capita. Andiamo avanti. Qui ci dicono andiamo avanti – continua – , fa parte del lavoro e del gioco, non ci lamentiamo, non facciamo casini”.

Pjanic e la Juve vista… da Roma

Eppure, quando era dall’altra parte, probabilmente Pjanic non la pensava allo stesso modo…

“Quando era alla Roma e guardavo la Juventus speravo che perdesse e non succedeva mai. Ora ho capito perché: la società è solida e forte e anche i ragazzi non mollano mai niente. Né in allenamento né in campo, neppure un centimetro. È una questione di mentalità. Sono dei killer. Personalmente è stata dura trovare una collocazione, pensavo fosse più veloce l’adattamento. Mi sono trovato di fronte a un nuovo sistema, nuovi allenamenti, nuovi compagni. Era un modo di giocare che forse non metteva in luce tutte le qualità della squadra. Dopo le sconfitte di Genova e Firenze qualcosa è cambiato – ammette – , a livello mentale e tattico”.

Da quando è a Torino, tra l’altro, il centrocampista bosniaco ha imparato anche a difendere. Merito di Allegri e del suo staff, che lavorano tanto durante la settimana:

“Prima non lo facevo molto bene: Allegri mi ha insegnato il piacere di difendere. Sono migliorato da quando sono arrivato, grazie a compagni fantastici e a uno staff che lavora davvero molto bene. Adesso il mio obiettivo è scrivere il mio nome nella storia della Juventus. Compagni speciali? Asamoah è il più simpatico, compagno fantastico: sempre sorridente, allegro e disponibile. Benatia è quello che frequento di più, anche perché abitiamo molto vicino e quindi ci vediamo spesso. In Europa League tifavo più Roma che Lione: mi è dispiaciuto tantissimo. Sono dei ragazzi a cui rimango affezionato e speravo di vederli arrivare fino in fondo. A Roma ho vissuto 5 anni bellissimi e continuo ad avere rapporti di amicizia”, conclude.