andrea_ranocchiaSiamo tutti cugini di Ranocchia, siamo tutti ai piedi di Ranocchia. Una sera ad Arezzo mi dissero: “Mettici un occhio, è bravissimo, sfonderà“. L’ho seguito quando la B, come al solito, era un pianeta inesplorato per molti addetti ai lavori, quelli che hanno un bel bonifico mensile e cosa vuoi che mi importi di Ranocchia? Ne parlai in molte trasmissioni: è un ’88, un bimbo, ma ha stoffa. Fece un gol a Crotone con la personalità e il coraggio di un veterano, aveva Milan e Fiorentina addosso, Corvino ci andò vicinissimo, ma – mi dicevano – il presidente Mancini chiedeva troppo.\r\n\r\nAlla fine l’ha preso il Genoa che ha coraggio e una belle rete di osservatori in giro per il mondo, il Genoa che magari certe volte esagera nella collezione di talenti, nel senso che non sa dove metterli perché sono troppi e li manda in prestito. La fortuna ha baciato il Bari, fortuna nel senso che il Genoa poteva anche decidere di tenerselo, il nostro amico Ranocchia. Adesso, come spesso accade, a giugno scatterà l’asta, anche se il Genoa a mio parere farebbe bene a blindarlo: lo vorranno tutti, la Juve in prima fila, conteranno i buoni rapporti. Ma saremo lì a chiederci per quale motivo, quando spopolava ad Arezzo, gli altri non avevano il fiuto e la pazienza di seguirlo con una certa assiduità, anzi organizzare i viaggi e spendere una barca di soldi per Tiago e Poulsen, evviva. Il Bari che ha incassato soltanto sette gol è figlio dell’organizzazione e del talento dei singoli: Ventura aveva verificato a Pisa quanto fosse bravo Bonucci. Io sono particolarmente felice per quel bravo figlio di Gillet, un belga che mangia le orecchiette: lo scorso luglio sembrava fosse un appestato, doveva andar via, era scarso “sai non è alto, sa nelle uscite …”. Infamità. Ma i drammi sono altri, sconvolgente la morte del portiere Enke, il suicidio è molto più di un’ipotesi, non ci sono parole. Torniamo alle nostre futili cose, all’annunciato rinnovo di Julio Cesar fino al 2014: un grande numero uno che mi ha convinto poco tra Kiev e la Roma, ma il talento è fuori discussione, la blindatura contrattuale una necessità.\r\nLe classiche cose all’italiana. Ne avrei un elenco infinito, provo a sintetizzare. Il, collegio arbitrale deciderà “entro l’anno” il destino di Goran Pandev, ovvero deciderà se potrà liberarsi dalla Lazio chiedendo la rescissione. Cosa significa “entro l’anno”, per caso il 31 dicembre alle 20 quando avremo lo champagne in frigo e staremo gustando il cotechino? Il mercato riapre il primo agosto e loro decidono “entro l’anno”. Andiamo avanti. Non ho capito cosa volesse dire Garrone, presidente della Sampdoria, quando dalla sua bocca sono uscite parole della serie “riguardo a Cassano sono accadute cose molto gravi, una brutta storia”, salvo poi fare retromarcia il giorno dopo. Presidente, a che gioco giochiamo, qual è la versione giusta? Ormai siamo in mano all’improvvisazione, l’Italia calcistica è purtroppo questa. Rinviano le partite a blocchi di tre o quattro in serie B: se hai due nazionali puoi chiedere lo slittamento, se ne hai uno più importante degli altri due e magari di altri quattro, non puoi chiedere il rinvio. Ma che regola del piffero è? Intanto Dzeko parla e muore di nostalgia per il Milan: questa sì che sarebbe una bella cosa all’italiana, nel senso che per la serie A l’irruzione di Dzeko sarebbe un bel tassello, considerata l’età, il potenziale e i margini di miglioramento. Credo che queste situazioni in divenire non debbano comunque penalizzare Borriello: da quando è tornato e si è ripreso il Milan, don Leo (nardo) ha potuto ribaltare il modulo imponendo una formula pazza, incosciente e nelle stesso tempo affascinante. Non ho capito anche la scelta della Lazio di mandare tutti in ritiro, come se fosse quello il problema. Siccome penso che Ballardini non sia diventato un brocco di allenatore all’improvviso, si tratta di capire una cosa: ma la squadra è con Ballardini, oppure gli rema contro? I senatori dello spogliatoio sono al suo fianco, gli vogliono davvero bene? E’ questo il problema, non il ritiro, Lotito dovrebbe saperlo. Sarà decisiva la trasferta di Napoli, ma se non c’è armonia non è un risultato positivo o negativo che cambia gli scenari. A Ballardini auguro di tornare quello di Cagliari e Palermo, se andasse proprio male resta Sinisa Mihajlovic il candidato numero uno. Hanno visto Roberto Mancini a Mosca e lo hanno accostato subito al Cska: ingenui. E’ stato un viaggio di piacere e di aggiornamento, il Cska magari ci pensa come ci ha pensato diversi anni fa, ma anch’io vorrei andare per quaranta giorni ( a partire da domani) alla Maldive: credo non sia possibile. La verità è che per un ritorno in orbita di Mancini sarà importante prestare attenzione alle prossime evoluzioni del Bayern, dove Van Gaal sta diventando Van Casinen, nel senso che non c’è traccia di un’idea, di una continuità, squadra allo sbando. Capirei Ribery se la prossima estate decidesse di preparare la valigia, che senso avrebbe stare lì? Così come capirei il Chelsea se a gennaio decidesse di sferrare l’assalto ad Aguero. Un Mancini alla bavarese oggi è un indizio, in attesa degli altri due che farebbero una prova. Aspettiamo. Gli allenatori sono sempre sulla graticola: non si arrabbi Zenga, sempre molto sensibile, ma mi dicono che Zamparini stia tornando caldo, sta perdendo la pazienza e il derby con il Catania dopo la sosta sarà molto delicato. A Zampa non piace il fatto che Pastore venga messo in discussione e soprattutto non gli piace che la difesa sia allo sbando, poco organizzata come domenica scorsa a Bologna. Zenga è stata una scelta precisa di Zamparini, ma il presidente lo conosciamo bene: si innamora e poi si disinnamora con una facilità impressionante. In bocca al lupo a Zenga. E “tre” in pagella al presidente Lombardi Stronati: pensare di esonerare Giampaolo senza prendere un allenatore esperto, significa volersi tuffare dal trampolino sapendo di non trovare l’acqua sotto. Nulla contro Baroni, ma non è certo Leonardo che trova Pato e Ronaldinho e deve soltanto scegliere il modulo ideale per valorizzarli. Infatti, il Siena sta ripensando a Beretta (perché non prima?), mentre a Udine Pozzo e Marino non si amano. In serie B succede di peggio: il Piacenza contatta Pillon e poi decide di andare avanti con Castori, come se fosse semplice resettare e poi ripartire con un allenatore ormai scaricato. Infatti, Castori è stato esonerato martedì sera (sic!), tre giorni dopo il tonfo con il Mantova. Mi dispiace per Castori, non meritava questo trattamento. Ma la serie B è davvero il campionato più pazzo del mondo, ne accade una al minuto. Bello il Lecce di Torino, soprattutto nel primo tempo quando ci ha messo personalità. Peccato che nel secondo tempo abbia avvertito troppo la pressione del risultato, ma ha avuto la grande forza di crederci fino all’ultimo, complimenti a De Canio. Ma se fossi Colantuono direi a Leon di starsene quindici giorni lontano dalla prima squadra: finte e colpi di tacco, protagonismo e neanche un minimo di utilità per la squadra. Certo è che stiamo parlando della B più pazza di sempre: l’anno scorso di questi tempi si intuiva che Bari e Parma avrebbero stravinto o almeno vinto, stavolta siamo in braghe di tela, in mutande. Aspettiamo.\r\nIl disfattismo sul Napoli, per fortuni cori isolati, è una cosa incredibile. Ma come, la squadra sta andando benone, è risalita in classifica, si capiva che Catania sarebbe stata una trasferta molto complicata. E invece, cosa succede? Succede che Antonio Corbo, parlando a Kiss Kiss, ha denunciato l’evento del secolo: “Mazzarri mi ha deluso”. Lo ha deluso? Ma come mai non era rimasto deluso da altre situazioni che avevano compromesso la crescita del Napoli? Mazzarri lo ha deluso perché a Catania, tatticamente parlando… Qui ci vuole un discorso più generale: andassero a scopare il mare quelli che quando le cose vanno bene (e con Mazzarri vanno bene) sorridono a stento, quasi mettono il broncio, cercano il pelo nell’uovo e creano zizzania. Avanti così, Mazzarri, e tappati le orecchie. Anche perché non esiste un caso Quagliarella che si è adattato da prima punta e che sono convinto risolverà i problemi. Lasciatelo tranquillo, esattamente come Mourinho dovrebbe lasciare tranquillo Balotelli, anziché torturarlo con mille critiche e siringate di veleno. A proposito di Napoli: nel 2010 si riaccenderà la luce di De Zerbi, reduce da mille contrarietà. Adesso sta recuperando, si sta sacrificando molto, potrebbe essere utile a Mazzarri. In caso contrario prenderà in esame soltanto proposte provenienti dalla A o dalla B, non fidatevi delle bufale.\r\nSu Facebook giochiamo sempre per i tre punti, nel senso che le domande sono dirette, puntuali, efficaci. Non ci accontentiamo del pareggio perché cerchiamo di analizzare i problemi nei minimi dettagli: complimenti a voi, sempre alla ricerca del particolare. I miei saluti ad Andrea Sorrentino (il Milan sulla fasce avrebbe bisogno di un intervento-uno ma molto efficace), Salvatore Martusciello (Appiah ha firmato fino a giugno. Sul nuovo dg del Napoli io aspetto De Laurentiis, ma siamo sicuri che il presidente sappia chi sarà?), Vincenzo Frasca (il Milan prenderà un altro paio di giovani di talento), Antonio Doddo (oggi dovrei dirti di no, ma non ne sono sicuro), Dario Barrella (alla Reggina mancano serenità, convinzione e maggiore velocità), Antonella Armeni (certo che può salire, ma non “i scali i l’Eremo” come dici tu. Ci siamo capiti), Maurizio Cerasulo (Cassano è un’ipotesi), Simone Turco (credo che Pescara e Verona se la giocheranno fino alla fine anche se lo scontro diretto di lunedì inciderà non poco), Davide Garofano (troppe domande, Davide, la prossima volta frena. Comunque: Salihamidzic al Genoa non mi risulta? Clerc è una timida idea. Su Candreva decide l’Udinese anche se il ragazzo non si è trovato troppo bene in Friuli. Ledesma è nella lista, ma Menegazzo è in vantaggio. Pandev? Dubito), Marco De Palo (per Bojnov e Paloschi le insidie non mancheranno, ma il Parma ha un presidente che spende e fa sacrifici), Ezio Lippa (il cimitero di elefanti, come lo definisci tu, è un rischio concreto. Ho apprezzato molto Spinesi che ha rinunciato al triennale del Pescina perché non aveva più voglia), Cino Biallo, Giovanni Colaleo (Garrone ha detto, ma soprattutto non ha detto su Cassano), Marco Magrì (“El Gatito” Pereira ha 17 anni, è una seconda punta veloce e con ampi margini di miglioramento, si è messo in luce nell’Argentinos Juniors), Flavio Zampetti (Toni è un’idea a lungo accarezzata), Nicola Iodice (per Dossena trattativa avviata), Nunzio Pagano (la spiegazione alla tua domanda: perché i grandi club ogni tanto dormono), Mario Carioli (Cerci resta la priorità, Succi più di un’idea), Carmine Durante (Diego non è sprecato, in un 4-2-3-1 il trequartista non è superato. Ho letto giudizi affrettati: fenomeno dopo l’avvio di campionato, mezzo talento ora. Un po’ più di equilibrio no?), Antonella Greve (Vigiani ormai è andato, sarà stato pure un errore ma ora bisogna concentrarsi sul presente e sperare che il tunnel, con il lavoro, non sia tanto lungo), Daniele Profeti (sei gentilissimo, ma tu sai che non esiste la meritocrazia. Ma non offendere gli altri opinionisti, te ne sono grato), Giovanni Francesco (per prendere i migliori Under 18 bisogna avere una bella batteria di osservatori in giro per il mondo, il Napoli deve organizzarsi in tal senso), Fabrizio Mura (per il Cagliari parlano le recenti prestazioni. Ariaudo forse arriva, Suazo mi sembra complicatissimo), Paolo Puzzella (meglio gli sconosciuti affamati che i veterani appagati), Diego Ramires (al 60-70 per cento Toni torna), Antonio Torre (avrei preso Thiago Motta, oggi il massimo sarebbe Palombo), Beniamino Milioni (Salerno e Grassadonia avranno un compito tutto in salita, non è vero che avranno soltanto da guadagnarci come ho sentito dire, se non arrivasse la salvezza sul libro nero purtroppo ci sarebbero anche i loro nomi), Adriano Placentino (è una storia infinita, al momento senza grossi sbocchi).\r\nGrazie a Genni De Grazia (credimi, è un po’ presto, ma ti terrò aggiornato), Daniele Longo (dalla Germania? Sei molto carino. Marcelo sarebbe l’ideale, ma non lo danno), Domenico Caruso (l’ipotesi di una cessione esiste, soprattutto se continuerà a giocare con poco entusiasmo), Vincenzo Origine (aspettiamo De Laurentiis), Simone Remorgida (Abbruscato è stato impiegato a Parma e ha giocato con il Torino, resterà al Chievo), Vittorio Meti (dopo Kiev l’autostima è aumentata a dismisura), Sebastian Fabio Puleo (la gavetta ormai è un optional. Contano gli amici e gli amici degli amici. E’ chiaro che il bilancio incide non poco sulle scelte di mercato), Gerardo Di Leo (dipenderà dal budget della Roma, con la situazione attuale non potrebbe prenderlo. Palladino in Sudafrica? Sarebbe una sorpresa, non credo), Sandro Lozzi (fantamercato no, ma al momento il Napoli non pensa a movimenti in attacco), Fernando Penzo (hai ragione da vendere, sono le eterne contraddizioni di Lippi), Fabio Dima (quella di Torino è stata una tappa importantissima), Dimitrias Dounias (non penso a un crollo di quel genere, il Pisa aveva anche gravi problemi societari), Andrea Falchi (è un sogno, quasi irrealizzabile), Davide Marchi (se torna Appiah anche all’80 per cento è un ottimo investimento), Luca Farace (in ballo tutti e tre, ma oggi è impossibile pronosticare il mercato di giugno e luglio), Ilaria Caputo (Menegazzo prima scelta), Marco Biagioni (penso che Berlusconi sia stao sincero quando ha detto che non vuole vendere, a meno che non arrivi uno più bravo), Luca Catalano (sono consigli, non è il proprietario), Paolo Polimeno (lavoro e pazienza, se ne può uscire), Matteo Calvagna (non può essere soltanto sfortuna), Andrea Gennaro (qualcosa a centrocampo e in difesa, immagino), Edoardo Pianelli (al Milan servirebbe), Fabio De Matteis (Collina ha grosse colpe, bisogna cambiare al più presto l’allenatore degli arbitri, servono altri criteri), Paolo Parlati, Andrea Teza (ci sono responsabilità di Colantuono, ma non sono le principali: un regista vero serviva, con tutto il rispetto per Loviso), Lele Ugelmo, Franco Gregori (è gossip, non verificato), Francesco Esposito, Fabio Minelli, Marco Cimmino, Vincenzo Di Giorgio (Zenga è quasi al bivio), Mirko Masella (per ora Pandev), Claudio Quartaroli (per Mannini se ne riparla a giugno, sarà una comproprietà infuocatissima).\r\n\r\nCredits: Alfredo Pedullà per TMW\r\nFracassi Enrico – Juvemania.it