Paco D’Onofrio: “Il 19 maggio in Figc per questa farsa della radiazione”

Sono pronti a dar battaglia i legali di Luciano Moggi, che il prossimo 19 maggio si presenterà davanti alla Figc, pur non essendo un tesserato e fuori dunque dall’ordinamento sportivo, per difendersi dal raffazzonato tentativo di radiazione. Dopo i tentativi a salve dei mesi scorsi, la Federazione si è inventata un nuovo ‘rito’ suddiviso in 2 gradi che dovrà decidere se gli imputati del processo farsa del 2006 debbano essere radiati. Un nuovo processo sportivo, quindi, che si spera faccia chiarezza, anche alla luce degli sviluppi del processo di Napoli che hanno fatto emergere una realtà totalmente diversa rispetto a quanto ci hanno voluto far credere 5 anni fa. Ecco quanto pubblicato qualche ora fa sulla propria bacheca di Facebook dall’avvocato Paco D’Onofrio.\r\n “Il 19 Maggio torneremo in FIGC per difendere Moggi dalla ridicola iniziativa della radiazione ed anche l’onore e la dignità di milioni di tifosi, perché c’è chi parla ancora del sequestro di persona di Paparesta!”.\r\nMa non finisce qui… perché la vicenda delle cosiddette sim svizzere, sta disvelando retroscena che potrebbero rimettere in discussione anche altri aspetti del processo farsa: “Visto che nelle intercettazioni qualcosa ‘era sfuggito’ – spiega il consulente di Luciano Moggi, Nicola Penta a ‘Ju29ro’ – come disse Narducci, abbiamo pensato che anche sulla que­stione SIM svizzere potesse essere sfuggito qualcosa. E quin­di con i consulenti stiamo lavorando sui tabulati per capire se la stessa superficialità è stata applicata anche nell’anali­si delle utenze straniere che l’accusa ha portato agli atti. I ri­sultati che stanno venendo fuori sono estremamente interes­santi. Premesso che in Italia negli anni in questione circola­vano circa 250 mila SIM estere è evidente che attribuire una SIM ad un indagato solo perchè residente nella città o nella zona in cui aggancia una cella, è pura follia. In ogni caso ab­biamo scoperto che alcune delle SIM in questione contatta­no utenze italiane di dirigenti di importanti squadre di cal­cio, non di Torino, nel periodo osservato”. Come diceva un noto presentatore televisivo, la domanda sorge spontanea: a chi appartenevano certe schede sim non attribuite? Perché non è mai stata tentata l’intercettazione di quelle chiamate? \r\n